Appelli alla ragionevolezza - e ultimatum - hanno avuto leffetto sperato: i blocchi sono stati tolti, loccupazione alluniversità Statale si è conclusa ufficialmente ieri mattina. «Ma la protesta contro la riforma Moratti continua», hanno subito precisato i ragazzi dopo aver liberato tre delle quattro aule presidiate per dieci giorni. Sono rimasti infatti, per tutta la giornata di ieri, nella 102. «E non ce ne andremo da qui finché non ci daranno uno spazio per riunirci», hanno ribadito durante lassembla delle 14. Alla riunione ha partecipato il preside di Lettere, la facoltà più penalizzata dalla protesta (20 corsi a singhiozzo, 600 iscritti ai quali è stato impedito di seguire le lezioni). «Loccupazione ci ha fatto capire che gli studenti hanno bisogno di spazi - ha detto Elio Franzini davanti un centinaio di ragazzi, la metà dei giorni scorsi -. Ma non è facile trovarvi unaula per le riunioni. E soprattutto non è possibile che sia riservata solo a voi».
La trattativa con il rettore è iniziata venerdì pomeriggio. In cambio della fine dei blocchi, Enrico Decleva si era detto disposto a concedere uno spazio ai «ribelli». Non certo laula magna, come qualcuno di loro è tornato a chiedere ieri. La facoltà di Lettere sta studiando se è possibile concedere agli (ex) occupanti le aule libere dai corsi, facendoli spostare a seconda dei giorni e dei momenti. I ragazzi hanno rifiutato lauletta A usata in questi giorni («un sottoscala, è offensivo proporcela») e non hanno intenzione di accettare spazi nelle sedi distaccate.
La trattativa continua, dunque, tra i mugugni dei rappresentanti delle liste «ufficiali» votate dagli studenti e contrarie alla protesta. «Non se ne parla di lasciare ad uso esclusivo agli occupanti aule dove si riuniscono a turno tutti i gruppi - spiega Federico Illuzzi di Obiettivo Studenti -. Non si può premiare gli autori di una protesta illegale».
Oggi, intanto, torna a riunirsi il senato accademico e una delegazione dei dimostranti chiederà di parlare.
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