Stefano Cucchi morto per la mancata assistenza medica

Le conclusioni dei consulenti della Procura sulla morte del giovane geometra deceduto lo scorso ottobre all'ospedale Pertini dopo l'arresto per droga. Secondo i periti è morto per disidratazione perché i dottori non gli hanno prestato le cure necessarie

È colpa dei medici se lo scorso 22 ottobre, all'ospedale Sandro Pertini, Stefano Cucchi è morto, sei giorni dopo essere stato arrestato per droga. Ad uccidere il giovane geometra, dunque, non sarebbero state le percosse ricevute nelle celle di sicurezza di piazzale Clodio. O almeno non solo quelle. È morto per disidratazione perché in ospedale non gli sono state prestate le necessarie cure mediche. Gli esperti nominati dalla Procura e coordinati dal professor Paolo Albarello sono arrivati alla stessa conclusione dell'inchiesta parlamentare della commissione guidata dal senatore Ignazio Marino. I risultati della nuova consulenza sul cadavere di Cucchi sono stati consegnati oggi ai pm Vincenzo Barba e Francesca Loy, che hanno già messo sotto inchiesta per omicidio preterintenzionale tre agenti della polizia penitenziaria e per omicidio colposo sei dottori del Pertini.

Ora, alla luce della consulenza, i magistrati potrebbero decidere di derubricare il reato attribuito agli agenti configurando quello più lieve di lesioni personali. Nella perizia si farebbe inoltre riferimento alla presenza di diverse fratture sul cadavere, alcune datate, altre, come quelle alla colonna vertebrale e al coccige, più recenti e compatibili con il pestaggio.

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