Che siano operaie, impiegate o manager poco cambia: sono donne e in quanto donne guadagnano (ancora) meno degli uomini, hanno minori opportunità di retribuzione e di carriera. Eppure fino a quando non approdano al mondo del lavoro, il rapporto è inverso. Sempre avanti, sempre le prime. Sono più numerose le ragazze con un diploma di scuola superiore rispetto ai ragazzi, sono meno (rispetto ai maschi) le ragazze che abbandonano gli studi (11,9% contro 7,6%), ci sono più donne che uomini che si laureano, le ragazze sono più regolari negli studi e alla fine escono con voti di laurea più alti. Ma è tutta un'illusione che svanisce presto.
Non solo la disparità di genere in Lombardia non accenna a diminuire, ma anzi dopo il Covid è tornata a salire. A suonare il campanello di allarme è stata Aldai-Federmanager durante il convegno al centro culturale Milano per fare un primo bilancio sul recepimento in Italia delle linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che hanno introdotto specifici indicatori chiave di prestazione a cui le organizzazioni devono attenersi. I numeri sono senza sfumature. Per tutti i livelli di inquadramento, i valori medi di retribuzione annuale lorda (Ral) delle donne lombarde, pur attestandosi su valori più alti rispetto alla media nazionale, vedono aumentare significativamente il gender gap regionale rispetto al dato nazionale (Fonte PolisLombardia da Osservatorio permanente JobPricing). Con disparità a tutti i livelli: la retribuzione delle donne operaie in Lombardia risulta essere inferiore del 10,3% rispetto alla retribuzione degli uomini lombardi che svolgono la stessa mansione (9,2% in Italia), per le impiegate siamo al 12,5% (10,5% in Italia) e per le donne dirigenti il differenziale retributivo è pari al 7,9% (5,2% in Italia). Inoltre, una donna laureata ha valori medi di retribuzione annuale lorda inferiori di 10mila euro rispetto a quelli maschili a livello nazionale. Differenza che sale a quasi 15mila euro in Lombardia, con un differenziale tra i generi pari al 28,2%.
Guardando il tasso di occupazione in Lombardia il gap non cambia: è del 76,8% per gli uomini rispetto 61,5% delle donne con un differenziale del 15,3%. E anche nella categoria Neet (senza occupazione né formazione scolastica in corso) è la componente femminile a mostrare le maggiori criticità: 15,7% contro l'11,6%. Disparità che poi si riflettono sul sistema pensionistico con un differenziale di genere di quasi 10mila euro: 34 mila ero per gli uomini contro i 14.300 per le donne. Certo nessun paese al mondo h raggiunto la parità di genere ma l'Italia si piazza al 79° posto della classifica (su 46 paesi), ultima in Europa.
«Oggi si parla sempre di più di sostenibilità - ha fatto notare Manuela
Biti, presidente di ALDAI-Federmanager - ma sostenibilità, non significa solo attenzione all'ambiente, è un concetto che si declina anche nella più ampia sostenibilità sociale, di cui la parità di genere è uno dei pilastri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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