Storace: "Rieccomi, vi racconto le mie sette vite"

Intervista all'ex ministro, leader de La Destra. "Non mi sono venduto, il Cav ci premia per le Regionali. La Santanchè? Ci salutiamo. E farò pace con la Mussolini"

Storace: "Rieccomi, vi racconto le mie sette vite"

Francesco Storace come i gatti.
«Ho buoni artigli».
E sette vite.
«Ci hanno dati più volte per spacciati, siamo ancora qui».
Dalle ceneri al governo con un posto da sottosegretario.
«Sarà Nello Musumeci».
Ma non aveva un nome un po’ più noto? Poteva andarci lei.
«Non voglio posti per me. Voglio facce nuove. Musumeci è una personalità onesta, che ha avuto il coraggio di schierarsi contro la mafia»
In principio fu Epurator.
«Ne ridevamo oggi con Letizia Moratti che è venuta a salutarci al Comitato centrale. Eravamo in minoranza perché Bossi aveva fatto il ribaltone. Letizia presiedeva la Rai, io la Vigilanza. La difendevo sempre».
Poi ci fu lo Storace governatore del Lazio.
«Fu allora che istituii il giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe».
Il 10 febbraio e ci sarà sciopero dei mezzi pubblici.
«Ho fatto appello a rinviarlo, nessuno si sognerebbe di scioperare il 25 aprile».
Terza vita da ministro della Salute.
«Mi dimisi per le indagini sul Laziogate, e nonostante quella storiaccia gli elettori non ci hanno abbandonati. Segno che non sempre la giustizia viene amministrata nel nome del popolo».
Guardi che Berlusconi la poltrona gliela dà lo stesso.
«Alle Politiche 2006 fui eletto senatore come capolista di An in Lazio».
La quarta vita durò solo un annetto, poi lei lasciò An in polemica con Fini e fondò La Destra.
«Da allora sono stati tre anni di grande fatica».
Batoste elettorali e lei che faticava ad arrivare a fine mese...
«Vabbè, c’è chi sta peggio eh. Però è vero che ogni soldo l’ho investito nel partito».
Boia chi molla, fino alla sesta vita.
«Ricominciai l’ascesa dal Campidoglio».
Già. Peccato aver tradito proprio nella settima vita.
«E chi lo dice?».
I suoi elettori su Facebook.
«Sono infiltrati».
Sarà.
«Risponderò a tutti, uno per uno».
Provi a rispondere qui.
«Aggiorno personalmente 20 pagine, sa? Quattro da 5mila amici l’una, più quella coi 30mila fan e le 15 regionali...»
Lo dice anche Farefuturo: «Storace si è venduto per uno strapuntino».
«Ah, beh. Il Fli gli strapuntini li ha rubati!».
Loro sono stati eletti.
«Coi voti di Berlusconi. Poi l’hanno tradito e gli strapuntini se li sono tenuti».
Sono usciti dal governo.
«E noi siamo dentro per un impegno che il premier si è assunto dalla vittoria alle Regionali, quando La Destra è stata determinante per la vittoria in Piemonte e in Lazio».
Alla riconoscenza non ci crede nessuno, scusi.
«Ma se non abbiamo parlamentari, come si fa ad accusarci di fare uno scambio?».
Magari è per rinsaldare l’alleanza in vista delle urne.
«Berlusconi rafforza il governo per arrivare a fine legislatura. Comunque mi stupisco dello stupore: l’accordo elettorale c’è già stato nel 2010».
In ogni caso siete pronti.
«Saremo determinanti sia al governo sia in caso di elezioni».
Porterete un milione di voti.
«È assolutamente alla nostra portata: 2,5-3 per cento. Che poi, è più normale il mio accordo con Berlusconi che la tresca fra Fini e Bersani».
I suoi rapporti col Pdl?
«Mi spiace per lo strappo a Roma. E so che non basta una stretta di mano con Berlusconi per riaffermare la pace. Ma spero che il tempo lenirà le ferite».
Anche quelle con le due donne della sua vita?
«Con Daniela Santanchè non ho un cattivo rapporto, se ci incontriamo riusciamo pure a salutarci».
Alessandra Mussolini commentando la sua condanna per il Laziogate...
«Era il primo grado, ora ci sarà l’Appello».
...Ha detto: «Peccato che non farà neanche un giorno di galera».
«La capisco, pensa che io sia colpevole. Io invece ho vissuto quella vicenda dolorosa come un’ingiustizia. Ma spero si possa ristabilire un rapporto».
Del resto è più facile far pace con lei che con Fini.
«Quando abbiamo fatto l’esposto sulla casa di Montecarlo ci ha bollati come avversari politici, e non aveva torto visto com’è finita».
Fini è ancora presidente della Camera.
«Ma non gli viene in mente di andare in pensione?».


E allora lei?
«Enno! Io non sono in Parlamento dal 1983. Fini, Casini e Rutelli nel 2013 festeggiano i 30 anni a spese dei cittadini».
Storace, dica qualcosa di destra.
«Sociale».

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