Giustizia, sesso e potere: le inchieste che hanno fatto tremare la Casa Bianca

Da Bill Clinton a Donald Trump, la lista dei presidenti Usa nei guai con la giustizia non è lunghissima, ma parte dal 19esimo secolo. Ecco tutti i precedenti storici

Giustizia, sesso e potere: le inchieste che hanno fatto tremare la Casa Bianca

Donald Trump continua a fare la storia dopo essere stato incriminato dal Grand Jury di New York per aver pagato il silenzio dell'attrice hard Stormy Daniels. L'ex presidente repubblicano, infatti, sarà il primo capo di Stato Usa ufficialmente arrestato. E se nell'eventuale processo in programma nei prossimi mesi a New York il tycoon dovesse essere ritenuto colpevole, potrebbe registrare anche il primato di primo ex presidente a riportare una sentenza di condanna. Ma quali altri presidenti americani sono finiti nei guai in passato?

Bill Clinton e il "Sexgate"

Senza andare troppo lontano nel tempo, Bill Clinton fu il secondo inquilino della Casa Bianca sospettato di aver commesso un reato. L'ex gotha dem fu protagonista del più grande processo mediatico del secolo scorso, l'impeachment per l'affaire Lewinsky.

Nel 1998 Clinton fu accusato di aver mentito sotto giuramento durante una deposizione al Gran giurì, ma alla fine venne prosciolto, trovandosi in un'imbarazzante posizione pubblica negli ultimi anni del suo mandato, non solo nei confronti dei cittadini americani, ma in particolare di sua moglie Hillary Rodham Clinton, che lo perdonò. Come Trump, anche Clinton rischiò per una condotta morale pregiudicata dal desiderio sessuale.

Clinton e Lewinsky

Lo scandalo Watergate e la grazia a Nixon

Prima di lui, Richard Nixon commise effettivamente almeno un reato: il 37esimo presidente, protagonista dello scandalo Watergate, non fu messo in stato d'accusa dal Congresso per rimuoverlo dall'incarico, ma si dimise spontaneamente prima che il parlamento attivasse la procedura d'impeachment. Nixon fu coinvolto nello schema di intercettazioni al quartier generale del Partito Democratico. Il Watergate, frutto del genio investigativo dei giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post, scombinò il contesto politico americano a metà degli anni Settanta al punto da costringere Nixon al ritiro.

Nel febbraio 1974 era pronta una bozza di incriminazione contro il presidente repubblicano, accusato di corruzione, associazione a delinquere, intralcio alla giustizia e ostruzione di un'indagine penale. La situazione si risolse nel settembre dello stesso anno, un mese dopo l'allontanamento di Nixon dalla Casa Bianca, con la grazia (pardon) concessa preventivamente dal suo successore, Gerald Ford. Ford giustificò questa mossa definendola nell'interesse della nazione e della famiglia Nixon, al centro di una "tragedia" che sarebbe potuta continuare all'infinito, ma che qualcuno avrebbe dovuto portare a termine.

Dall'impeachment di Andrew Johnson ai reati a cavallo

Non ci sono però altri precedenti eccellenti e spettacolari come quello di Trump. Andrew Johnson, presidente dal 1865 al 1869, fu il primo capo della Casa Bianca a finire sotto impeachment per abuso di potere. Johnson sfuggì alla condanna del Senato per un solo voto e da allora gli unici a subire un trattamento simile sono stati Clinton e Trump (due volte), in tutti i casi assolti. Per quanto riguarda invece gli arresti, quella di Trump sarà una prima assoluta poiché ripresa da tutti i media, con foto segnaletiche e video della consegna in tribunale.

Ci sono comunque due casi che vale la pena menzionare, seppur apocrifi, cioè documentati, ma non riconosciuti dalla storiografia ufficiale. Il primo è quello di Franklin Pierce, presidente dal 1853 al 1857, il quale nel suo primo anno in carica avrebbe investito una donna a cavallo in stato d'ebbrezza. Dell'arresto esistono prove circostanziali, mai corroborate, a dimostrazione, forse, di un evento che sarebbe stato meglio seppellire per non compromettere la già pessima reputazione di uno dei presidenti ritenuto il responsabile dei fatti che hanno anticipato la guerra civile americana.

Nel 1872, invece, fu il caso del presidente Ulysses Grant. Il leggendario generale dell'esercito unionista, eletto per due mandati dal 1869 al 1877, fu fermato da un poliziotto afroamericano nei pressi di Washington Dc mentre si trovava a bordo di un calesse. La prima volta l'agente lo graziò con un semplice richiamo verbale, ma il giorno dopo lo stesso poliziotto colse Grant in flagrante e lo pose in stato d'arresto con l'accusa di "eccesso di velocità".

Grant, secondo il racconto di un capo della polizia della capitale, fu immediatamente rilasciato e non venne perseguito per "misdemeanor", un reato minore. "Alla fine gli hanno permesso di pagare una multa e di tornare a piedi alla Casa Bianca", disse il commissario Cathy Lanier nel 2012.

Ulysses Grant
Il presidente Ulysses Grant con il suo cavallo

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