Imane Khelif torna a far discutere. La pugile intersex, vincitrice dell'oro olimpico nei pesi welter e oggetto di numerose accuse e dubbi sul suo sesso, è di nuovo sotto i riflettori. Il caso si è riaperto dopo che un'inchiesta d'Oltralpe ha svelato dei documenti riservati secondo cui l'atleta algerina ha i cromosomi XY, tipico degli uomini, con una malattia genetica.
Il giornalista francese Djaffar Ait Aoudia ha infatti pubblicato un rapporto, datato 2023, nel quale i medici hanno riportato direttamente la patologia di Imane Khelif: «Un'anomalia genetica che porta a una disfunzione metabolica del testosterone e del deidroandrosterone». Secondo gli esperti consultati dal giornalista transalpino, questa anomalia colpisce soprattutto gli individui biologicamente maschi perché impedisce loro di sviluppare normalmente gli organi sessuali. Con l'avanzare dell'età, questi individui mostrano segni di mascolinizzazione, come piccoli capelli sulla testa, massa muscolare, ecc. Un ulteriore esame clinico spesso conferma la diagnosi, con la presenza di testicoli nell'addome, una prostata rudimentale, nonché l'assenza di utero e ovaie. La «scansione ormonale» su Imane ha rivelato un «tipico livello di testosterone maschile di 14,7», a dispetto del livello massimo di 3 del genere femminile. Che poi, è per questa eccessiva produzione di ormoni maschili la ragione per cui, sempre nel 2023, l'International Boxing Association (IBA) ha vietato alla Khelif di partecipare ai Mondiali di Nuova Delhi come donna.
Quest'anno, invece, il CIO non ha seguito la stessa linea e ha permesso a Imane di partecipare (e vincere) ai Giochi, così come la taiwanese Lin Yu-Ting, altra pugile al centro di roventi polemiche sull'identità di genere.La pugile azzurra Angela Carini si era ritirata agli ottavi al primo round nel match contro la Khelif.
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