Un'altra giornata di sangue in Afghanistan. E questa volta nella roccaforte dei talebani vengono decapitati i vertici della polizia. Dieci poliziotti afghani, tra cui il comandante provinciale e il capo della sezione criminale, sono stati uccisi oggi a Kandahar, roccaforte degli estremisti nel sud dell'Afghanistan, in uno scontro a fuoco dai contorni ancora poco chiari con esponenti delle «forze di sicurezza afghane addestrate dall'esercito americano» che intendevano prelevare con la forza un prigioniero non identificato. La strage di poliziotti è avvenuta davanti all'ufficio del procuratore generale di Kandahar.
«Al momento disponiamo solo di informazioni incomplete e non siamo in grado di stabilire il motivo che ha scatenato il conflitto a fuoco», ha detto il governatore Karzai, precisando che le vittime sono «il capo della polizia di Kandahar, Mutaiullah Khan Qateh, il capo della sezione criminale, Abdul Khaliq Khan, e otto agenti».
Secondo alcune fonti, le «forze di sicurezza afghane addestrate dall'esercito americano» citate da Karzai non sarebbero altro che dei vigilanti privati afghani reclutati dall'esercito americano nelle zone particolarmente pericolose. Il portavoce del ministero dell'Interno, Zemarai Bashari, ha precisato che «il gruppo di afghani armati, che sarebbero affiliati alle forze della coalizione internazionale di stanza nella provincia di Kandahar, si sarebbero presentati nell'ufficio del procuratore questa mattina verso le 11:00 (le 8:30 in Italia) per liberare un criminale».
Il portavoce ha assicurato che «il ministero dell'Interno farà di tutto per scoprire chi c'è dietro l'attacco e che, una volta identificati, i responsabili saranno giudicati secondo la legge militare afghana».
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