Milano - Giornata di mobilitazione studentesca. In molte città della Penisola studenti delle scuole medie superiori e universitari sono scesi in piazza per protestare contro la riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
Milano, due arrestati e due indagati Quattro studenti fermati, due dei quali sono finiti in manette in Questura. È il bilancio
delle tensioni avvenute stamane durante il corteo degli studenti a Milano. I due studenti,
simpatizzanti del centro sociale "Cantiere", sono stati arrestati per resistenza e oltraggio
al pubblico ufficiale, mentre una ragazza, anche lei nota esponente dell’antagonismo
milanese e un quarto giovane, sarebbero stati denunciati a piede libero per gli stessi
reati.
Contro gli arresti gli studenti hanno organizzato un presidio in piazza San Babila. I due giovani in manette sono entrambi diciottenni: Matteo Tunesi dell’istituto professionale
Kandisky e Giammarco Peperlongo del liceo Manzoni.
Saranno processati entrambi per direttissima per resistenza e lesioni a
pubblico ufficiale.
Intorno alle 9 di questa mattina circa 400 giovani appartenenti
a diversi istituti superiori, tra cui l’Itsos e scuole civiche, e
militanti di alcune realtà antagoniste si sono dati appuntamento
in Foro Bonaparte da dove si sono mossi per il centro cittadino
in un corteo non autorizzato. In piazza non era presente alcun
dispositivo delle Forze dell’ordine e quindi i giovani si sono
mossi indisturbati per il centro città e si sono diretti verso la
zona di Brera arrivando agli uffici dell’assessorato del Comune
in largo Treves dove in alcune decine sono saliti per gli uffici. I giovani sono poi usciti e
verso le 10 sono stati intercettati da una squadra di carabinieri
in assetto antisommossa che li ha letteralmente inseguiti, mentre
i ragazzi si davano alla fuga correndo verso piazza della Scala e
rovesciando diversi cassonetti della spazzatura e salendo sul
tetto di un’auto posta in doppia fila.
Tensioni con la polizia In piazza Mercanti, alle spalle di piazza Duomo, i ragazzi sono
stati raggiunti da un gruppo ben più corposo di agenti di polizia
e carabinieri, sempre in assetto antisommossa, che ne ha
circondati una ventina arrivando a fermare i quattro. Nel corso
di questa operazione diversi giovani sono stati buttati a terra e
manganellati ma nel parapiglia nessuno è rimasto contuso o è
dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. I quattro sono stati
dunque caricati su un’auto e portati in Questura mentre la
ventina di giovani che erano stati circondati sono stati lasciati
andare dopo una trattativa con gli altri dimostranti che
minacciavano altrimenti di ricominciare a muoversi in corteo. A
questo punto a studenti e militanti dei centri sociali è stato
permesso di muoversi in un corteo questa volta "autorizzato" che
si è diretto in piazza Fontana, dove è giunto poco dopo
mezzogiorno e dove si attende a minuti che si sciolga.
De Corato: "Basta raid" "Non è tollerabile che Milano sia
oggetto di uno stillicidio di cortei non autorizzati che hanno
l’unico scopo di paralizzare il traffico. Senza dimenticare che
questi raid, effettuati correndo per mezza città, solo per
creare maggiore scompiglio, sono molto pericolosi. E se qualche
studente finisce sotto una macchina non si può poi accusare il
Comune o le Forze dell’ordine". Lo dichiara il vice Sindaco e
assessore al Traffico e alla Sicurezza Riccardo De Corato.
Torino, uova contro il Miur Uova contro la sede regionale del
Miur, a Torino. Le hanno lanciate gli studenti che, in
concomitanza con la Giornata internazionale del diritto allo
studio, sfilano in corteo anche nel capoluogo piemontese per
protestare contro la riforma Gelmini.
Al corteo partecipa qualche migliaia di studenti degli
istituti superiori e dell’università. Alla partenza, in piazza
Arbarello, i manifestanti hanno dedicato un lungo applauso a
Vito Scafidi, lo studente di 17 anni morto il 22 novembre dello
scorso anno sotto le macerie della contro-soffittatura della sua
classe, la 4a D del liceo scientifico Charles Darwin di Rivoli.
Il serpentone colorato ha poi raggiunto la sede del Miur,
dove oltre alle uova sono stati lanciati alcuni rotoli di carta
igienica.
A Roma in conteo con gli iraniani "Il futuro è nostro,
riprendiamocelo". Dietro questo striscione alcuni studenti
delle scuole superiori e universitari hanno protestato a Roma
sfilando in corteo contro la riforma universitaria della Gelmini
e affinchè siano garantiti più fondi per il diritto allo
studio.
"Siamo in diecimila", hanno detto i manifestanti,
accompagnati anche da una delegazione di studenti iraniani che
hanno protestato in occasione della giornata mondiale dello
studente. Il corteo partito da piazza Vittorio fino
all’università La sapienza. La protesta, organizzata
dall’Unione degli studenti, si inserisce in una mobilitazione
nazionale che prevede cortei per oggi in diverse città
italiane.
Ottomila in piazza a Napoli Oggi circa 8000 studenti napoletani dei
collettivi autonomi hanno manifestato sotto il nome di F.U.C(K.),
ovvero "Future Under Construction Kollective", per ribadire il
loro dissenso riguardo i provvedimenti che "da un anno a questa
parte tendono a smantellare il sistema dell’Istruzione pubblica".
Le componenti delle varie realtà scolastiche di tutta la città e
provincia si sono mosse per le vie di Napoli, passando davanti la
sede della Provincia in Piazza Matteotti e hanno inscenato una
protesta lanciando palloncini d’acqua verso l’edificio e
affiggendo uno striscione con la scritta "Questo palazzo fa acqua
da tutte le parti". Il corteo si è concluso a piazza Plebiscito
dove ha sede la Prefettura di Napoli.
La Gelmini "I centri sociali non rappresentano gli studenti italiani". Così il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, commenta le manifestazioni. "Gli studenti italiani hanno capito che bisogna avere il coraggio di guardare al futuro, di cambiare la nostra scuola, di fare scelte coraggiose. Riproporre vecchi slogan, come se fossimo ancora negli anni ’70 - afferma - certamente non contribuisce a rendere la nostra scuola più moderna.
I manifestanti, per lo più legati al mondo dei centri sociali, non rappresentano certo - conclude il ministro - i milioni di ragazzi che studiano e si impegnano e che sperano di trovare nelle scuola non un luogo di indottrinamento ideologico ma un’istituzione che li prepari a un vero lavoro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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