Studiamo il cuore da vicino

Da un anno lezioni di ecocardiografia avanzata in 25 ospedali italiani con il contributo di Takeda

Ignazio Mormino

L’ecocardiografia ha solo trentadue anni di vita ma si rivela fondamentale nelle diagnosi di tutte le patologie cardiovascolari. Il professor Federico de Castro, associato di Cardiologia nell’Università di Roma «La Sapienza», ci crede a tal punto da organizzare corsi di ecocardiografia negli ospedali medio-piccoli di tutta Italia.
«Li abbiamo definiti corsi», spiega «ma in realtà sono lezioni fatte al letto del malato, come si faceva una volta nelle aule di Clinica medica. Vi assistono e collaborano con me gli specialisti degli ospedali e qualche volta anche i medici generici. Il nostro scopo è quello di spiegare a tutti coloro che lavorano negli ospedali l’importanza dell’ecocardiografia nell’iter diagnostico».
Queste lezioni, realizzate col supporto di Takeda, propongono il ricorso agli strumenti di nuova generazione, fino alle moderne ecografie tridimensionali.
La scelta degli ospedali è strettamente legata alle richieste; ma de Castro non si risparmia, si sposta dal Nord al Sud con grande altruismo. In un anno terrà almeno 25 delle sue «lezioni»; ciascuna di esse si esaurisce in una sola giornata. Dal primo settembre in poi vi sono «prenotazioni» per più di sei mesi: possono iscriversi ogni volta quindici tra cardiologi e medici ospedalieri. Il professor de Castro ama moltissimo il ruolo di grande divulgatore ed ama allo stesso modo l’ecocardiografia.
Racconta: «Non ho ancora dimenticato lo stupore che mi colse nel 1974, quando nell’Istituto di clinica medica diretto dal professor Bufano, a Roma, arrivò il primo elettrocardiografo. Allora ero ancora uno studente ma, con l’aiuto di quel grande clinico, mi resi conto che si trattava di una autentica rivoluzione, che avrebbe cambiato - in meglio - il mondo della medicina».
Questa tecnica diagnostica è bassata sull’impiego degli ultrasuoni che riescono ad attraversare i tessuti senza alcun rischio ed a trasmettere immagini inconfondibili, sia che si tratti di organi interni come fegato, prostata, pancreas, sia che si tratti del cuore e dei vasi sanguigni. L’ecocardiografia hsa conquiistato nuovi primati: è già tridimensionale. È difficile rinunziarvi. Questo esame diagnostico è molto richiesto e, vale la pena sottolinearlo, è tra i più utili. Non è invasiva, si può fare anche al letto del malato. Il cateterismo cardiaco, dopo secoli, si avvia al tramonto.
Ci sono patologie che possono essere rivelate con grande anticipo soltanto dall’ecocardiografia. Il professor de Castro cita in particolare le cardiomiopatie («esempio da manuale» dice «ma ce ne sono altre»).


Senza entrare in un’annosa polemica con la Tac - polemica che ritorna spesso nelle riviste scientifiche - de Castro dice soltanto che «l’ecocardiografia non fa male». Lo sosterrà anche, tra pochi giorni, in un congresso americano, che lo premierà (unico fra gli italiani) per la sua intensa attività di ricerca.

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