Giuseppe Salvaggiulo
da Milano
«Una quota consistente degli elettori della Margherita non ha sostenuto Romano Prodi alle primarie. E ha votato Clemente Mastella». È il risultato della prima analisi statistica sui risultati della consultazione del 16 ottobre, effettuata per lIstituto Cattaneo di Bologna da Salvatore Vassallo, professore di politica comparata alluniversità di Bologna.
Come giudica il risultato?
«È un risultato inatteso, non me lo sarei certo aspettato: Prodi è andato sistematicamente meglio nelle zone in cui i Ds sono più forti e, viceversa, peggio dove i Ds sono più deboli. Questa correlazione non cè per la Margherita».
Che cosa accade per la Margherita?
«In alcune zone dove la Margherita va meglio, Prodi non ottiene un risultato così positivo. Quindi una quota significativa di elettori della Margherita non lha votato».
E dove sono andati a finire quei voti?
«Nelle zone dove Prodi non è andato come ci si aspettava, Mastella è andato meglio che altrove. Dunque è ragionevole ritenere che quei voti siano andati a lui».
Il sostegno degli elettori Ds a Prodi è stato compatto?
«Sia chiaro: noi non possiamo dire che tutti gli elettori dei Ds hanno votato Prodi. Però possiamo affermare che gli elettori Ds hanno votato in misura consistente per Prodi».
E quelli della Margherita?
«Nella Margherita non cè la stessa propensione a votarlo».
Si era ipotizzato che la sinistra Ds sentisse il richiamo di Bertinotti. È accaduto?
«Se defezioni ci sono state, sono marginali e omogenee dal punto di vista geografico».
Dunque Bertinotti non ha pescato voti nei Ds?
«Assolutamente no. Bertinotti non ha sfondato nei Ds. Ha preso i voti che ci si aspettava. È stato sostenuto solo dal suo elettorato naturale».
Che cosa dovrebbe pensare Prodi di questi dati?
«Prodi dovrebbe esserne soddisfatto: lanalisi dimostra che Prodi - e quando dico Prodi intendo soprattutto lidea dellUlivo - ha una forte capacità di attrazione sullelettorato di opinione di centrosinistra».
Ma i partiti dellUnione rivendicano il successo della loro mobilitazione alle primarie.
«Se i partiti fossero in grado di mobilitare tante persone, lo avrebbero fatto anche in altre occasioni simili della loro vita interna. In realtà abbiamo individuato un fattore che ha inciso nel successo di Prodi più della mobilitazione dei Ds, il partito che più lo ha sostenuto».
E qual è questo fattore?
«I risultati migliori di Prodi sono nelle zone ad alto capitale sociale».
Che cosa significa «zone ad alto capitale sociale»?
«Vuol dire grado di civismo diffuso, disponibilità dei cittadini a mobilitarsi per cause pubbliche. Dipende da una serie di indicatori: dallaffluenza alle elezioni alla lettura dei giornali, dal numero di donatori di sangue alla presenza dellassociazionismo. In tali zone limmagine dellUlivo è molto forte».
E nelle altre?
«Ecco il punto: questa analisi segnala anche la debolezza di Prodi. È molto debole nelle zone a basso grado di civismo, dove il rapporto di rappresentanza con i politici è giocato sul rapporto individuale».
Che vuol dire per Prodi?
«Che a Mantova e a Rimini gli basta levocazione dellUlivo per sfondare. A Catania e a Salerno non basta. Per un certo tipo di elettorato, lUlivo non è molto comprensibile».
Le zone dove Prodi fatica a imporsi dove sono concentrate?
«Soprattutto a Sud. E non è un caso che sia nel 2004 che questanno, al Nord la Lista unitaria abbia preso più voti della somma dei voti dei partiti che la compongono. Al Sud è accaduto il contrario».
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