Roma - L'ambiente del Belpaese lancia segnali di abbandono, manca lungo lo Stivale un’azione comune nel gestire l' inquinamento, e la situazioni nelle diverse regioni italiane si presenta a macchia di leopardo. E' il quadro che emerge dalla prima edizione del Rapporto Osservasalute Ambiente (2008), un'analisi dello stato di salute dell’ambiente e dei suoi riflessi sulla salute della popolazione italiana realizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma ed è coordinato dal professor Walter Ricciardi, Direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Acqua potabile, al Sud ce l'ha solo il 42,7% Il dato più preoccupante è la scarsa disponibilità di acqua potabile: mentre alcune Regioni del Nord possono godere di risorse idriche abbondanti e regolarmente disponibili, al Sud tale disponibilità è ridotta sia in termini di precipitazioni, sia in termini di risorse disponibili. Infatti, se in ambito nazionale l’82,3% della popolazione dispone di acqua in quantità sufficiente, nell’Italia insulare tale percentuale viene quasi dimezzata (42,7%) e nell’Italia meridionale la percentuale di popolazione soddisfatta del fabbisogno idrico sale a un modesto 69,9%, rispetto all’87,6% dell’Italia centrale e al 97% circa dell’Italia Nord occidentale e Nord orientale. Inoltre, preoccupa, rispetto ai dati della precedente indagine svolta dall’Istat, sia la diminuzione dell’acqua erogata (-13 litri/die pro capite), sia l’ulteriore diminuzione dell’acqua erogata rispetto all’acqua immessa in rete (-1,6%) indicatore del quantitativo di acqua dispersa in rete; si auspica, quindi, un miglioramento nella gestione degli acquedotti tale da incrementare l’efficienza nell’impiego della risorsa idrica.
Inquinamento acustico, molti i Comuni controllori Meno preoccupante la situazione per quanto riguarda l’inquinamento acustico: i dati mostrano un trend generale in aumento dei Comuni che hanno approvato la classificazione acustica del territorio. Pertanto, in base alla disponibilità dei dati, si può rilevare che il 31,5% dei Comuni italiani ha approvato la classificazione acustica contro un 17,4% del 2003 e un 10% del 2002. Pur in presenza di una tendenza positiva, la risposta da parte dei Comuni risulta essere ancora inadeguata e a macchia di leopardo in Italia.
Inquinamento da randon: Lazio in testa Un altro indicatore della salute dell’ambiente è l’inquinamento da radon. Per l’esposizione al radon, che aumenta il rischio di cancro al polmone, il Lazio è maglia nera in Italia: presenta il più levato livello di inquinamento indoor, nelle abitazioni è pari a 19 Bq/m3 (Becquerel per metro cubo, ossia il numero di rasformazioni nucleari che ogni secondo sono emesse in un metro cubo di aria) contro una media italiana di 70. Più virtuosa invece la Calabria che infatti registra la più bassa concentrazione di radon nelle abitazioni: ha un livello di inquinamento indoor pari a 25 Bq/m3.
La Lombardia: ok in gestione rifiuti, male inquinamento La Lombardia è la Regione migliore nella gestione dei rifiuti, ma è ultima per inquinamento atmosferico, maglia nera sia per il biossido di azoto sia per il particolato fine. Considerando la raccolta differenziata, nel 2006 la Lombardia col 43,6% dei rifiuti raccolti in modo differenziato, ponendosi al di sopra del 40%, obiettivo fissato dalla normativa per il 2007. L’incremento di questo modo di raccolta in Lombardia tra 1999 e 2006 è stato pari a +10,3% contro il +12,7% medio italiano. La Lombardia in assoluto è la Regione che, con quasi 5 milioni di tonnellate (4.943.512), raggiunge il 15,2% dell’intera produzione nazionale di rifiuti solidi urbani e fa registrare un incremento del 15,50% tra 1999-2006 contro una media italiana del 14,66%. In Lombardia la produzione pro capite di rifiuti solidi urbani è pari a 518 Kg/ab/anno nel 2006 contro un valore medio italiano di 550. Ma per quel che riguarda l’inquinamento da biossido di azoto (NO2), in Lombardia il numero di stazioni che hanno superato il valore limite orario (stazioni con superamento del limite orario di 240 #g/m3) e annuale (stazioni con superamento del limite orario di 48 #g/m3) aumentati del margine di tolleranza sono rispettivamente 5 e 22, valori massimi in Italia.
Si noti - sottolineano gli esperti - che la sola Lombardia ha un superamento dei limiti sia per l’ambito orario che per la media annuale, ma ciò può essere anche correlato alla maggiore densità di stazioni di rilevamento utili alla rilevazione ambientale presenti nella regione e conseguentemente all’aumentata probabilità di rilevare l’evento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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