Sudafrica, 183.000 agenti vigileranno sui Mondiali di calcio

Il piano presentato dalla polizia insieme ad alcuni «consigli di viaggio»: non andare in giro di notte da soli, non avventurarsi in strade buie, seguire itinerari sicuri e percorrere solo strade nazionali

Non andare in giro di notte da soli, non avventurarsi in strade buie, seguire itinerari sicuri e percorrere solo strade nazionali. Sono alcuni dei «consigli di viaggio» preparati dalla polizia sudafricana per i turisti che raggiungeranno il paese in occasione dei Mondiali di calcio 2010. A fare il punto della situazione, sulle questioni riguardanti la sicurezza in vista della Coppa del Mondo, è stato Vishnu Naidu, portavoce della polizia sudafricana e responsabile della sicurezza della World Cup.
«Sappiamo che le cifre relative alla criminalità sono molto alte», ha ammesso Naidu in un incontro con la stampa italiana a Johannesburg. Nel dettaglio, la polizia è pronta a impiegare tutte le proprie forze nella manifestazione in programma tra circa 7 mesi: complessivamente saranno interessati 1.118 commissariati permanenti, 3.000 provvisori, 183.000 agenti. La mappa del crimine non è uniforme: 169 stazioni di polizia devono occuparsi del 50 per cento degli episodi di violenza che avvengono nell'intero paese. Durante il Mondiale, 41.000 agenti saranno schierati nelle zone chiave: di questi, 10.000 sono riservisti, ovvero privati addestrati e regolarmente retribuiti. La polizia sudafricana si considera pronta ad affrontare eventuali episodi che coinvolgano hooligans. «In Sudafrica non ci proveranno», ha assicurato Naidu.
Per l'addestramento le forze dell'ordine si sono rivolte alla gendarmeria francese. Sono stati acquistati 10 idranti di nuova generazione, verranno inoltre impiegati 200 veicoli blindati e 40 elicotteri. L'esercito verrà utilizzato solo come supporto per garantire il funzionamento ottimale delle infrastrutture. L'alcol, consentito nei luoghi pubblici, non sarà vietato nemmeno all'interno degli stadi, dove «sarà garantita libertà d'espressione ma non violenza verbale». È possibile, però, che vengano adottati provvedimenti speciali in caso di necessità. Per quanto riguarda l'allarme realitivo all'ipotesi di attentati terroristici, Naidu ha chiosato: «Finora non c'è stata nessuna minaccia concreta di attentati, tutti i team saranno protetti da agenti speciali. Stiamo comunque sviluppando una collaborazione a livello internazionale».
Le autorità locali prendono in considerazione anche gli scenari peggiori: «Siamo preparati ad affrontare ogni tipo di emergenza», ha sottolineato Naidu, spiegando che nel mese di febbraio sono previste esercitazioni speciali a cui prenderanno parte le agenzie provinciali addette alla sicurezza. Il responsabile della polizia si è soffermato anche sul tema prostituzione e si è detto favorevole alla legalizzazione del fenomeno. «Questo servirebbe - così il portavoce della polizia sudafricana - per controllare meglio la situazione e consentirebbe allo stato di incassare denaro proveniente dalle tasse. Questa, però, è solo un'opinione».
Naidu non ha negato che il controllo del territorio continui ad essere una sfida probante per le forze dell'ordine. «Dal mese di aprile del 2008 fino al marzo di quest'anno sono morti 109 agenti in servizio. Quando ci si confronta con una situazione violenta, bisogna rispondere prontamente. Comunque sia, non può passare il messaggio che i criminali possono fare ciò che vogliono mentre noi stiamo a guardare. Al fuoco bisogna rispondere col fuoco».
Durante la Confederations Cup, il torneo che è stato disputato a giugno e che è stato una sorta di collaudo in vista dei Mondiali 2010, la stampa internazionale ha dato risalto ai furti che sarebbero avvenuti negli hotel occupati da alcune Nazionali. In particolare, hanno fatto notizia le visite dei ladri negli alberghi scelti dal Brasile e dall'Egitto. «Per quanto riguarda l'episodio che ha coinvolto il Brasile - ha detto Naidu - le indagini sono cominciate immediatamente e sono state arrestate due persone. I soggetti sono stati processati e condannati a cinque anni di prigione ciascuno».
E il caso relativo all'Egitto? «Non ci sono prove che siano entrate persone nelle camere, è solo una storia inventata di sana pianta dai giornalisti.

In particolare, è stata la stampa sudafricana che ha recato così un grave danno alla Nazionale egiziana. Soprattutto, però, tutto questo ha danneggiato la reputazione degli organizzatori dei Mondiali e l'immagine del Sudafrica».

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