Sul tram 8 Concerti e minacce I passeggeri ostaggio dei rom

Un tragitto con scene di «ordinaria sopportazione» che si prolungano per circa sei chilometri, è quello offerto dal tram otto, la linea che va da largo Torre Argentina al Casaletto. Migliaia di utenti giornalmente sono chiamati a esercitare la propria pazienza a causa del frastuono assordante all’interno delle vetture, dovuto all’«assalto concertistico» praticato dai nomadi a caccia di euro, spesso organizzati in vere «bande musicali» composte da elementi con fisarmoniche, violini, violoncelli, amplificati da gracchianti altoparlanti. Per di più i viaggiatori sono costretti a subire l’insistente richiesta di denaro dai questuanti rom che agiscono in assoluta tranquillità da un capolinea all’altro dal momento che i controllori sull’otto sono ormai un optional.
Ogni tanto qualcuno, soprattutto gli stranieri, fa tintinnare una moneta nel bicchiere di plastica normalmente tenuto da un minore; ma la maggior parte dei passeggeri mostra di non gradire affatto i «concertini forzosi» e le richieste di denaro. Alla pazienza si sostituisce a volte l’intolleranza e c’è chi protesta vivacemente soprattutto se viene tirato per la giacca o per il cappotto con lo scopo di ottenere l’obolo. «Mercoledì scorso - racconta Eugenia, un’anziana signora - stavo sull’otto, peraltro affollato, quando all’improvviso due individui, dopo aver fatto una confusione indescrivibile con i loro strumenti, mi hanno chiesto i soldi, che ho rifiutato di dare. Sono stata spintonata, nonostante avessi paura, ho cominciato a urlare che la finissero di disturbare e se ne andassero via dopo aver obliterato come me il biglietto. Sono rimasti fermi per qualche istante, mi hanno guardato con occhi carichi di odio, pronunciando con una smorfia parole incomprensibili. Ma io ero pronta a difendermi con il mio bastone anche se sono disabile». «Bisognerebbe rimettere il bigliettaio», taglia corto un’altra donna con le borse della spesa in mano. «Controllerebbe chi sale e chi fa il biglietto, aumenterebbe la sicurezza. Il suo posto di lavoro si ripagherebbe con il recupero dei soldi dei tanti portoghesi».
Al tema del rispetto della quiete sui mezzi pubblici, l’Adoc, associazione dei consumatori, associa quello delle sicurezza.

«L’ipotesi di utilizzo delle ronde per rafforzare la sicurezza a Roma sarebbe maggiormente condivisibile se fossero destinate alla tutela dei passeggeri delle reti tramviarie, metropolitane e ferroviarie urbane - dichiara Carlo Pileri, presidente dell’Adoc - soprattutto durante le ore notturne e in quelle di punta, quando è più alta la probabilità di incidenti ed episodi di violenza».

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