RomaGiulio Tremonti tende la mano ai magistrati, ma lAnm conferma lo sciopero per oggi contro i «tagli iniqui» agli stipendi della manovra economica. Si ripercuoteranno, dice, soprattutto sui giovani magistrati.
Non è bastato linvito al dialogo del ministro allEconomia, che ha annunciato un emendamento alla legge finanziaria per venire incontro alle richieste delle toghe. «La categoria - dice Tremonti- ne farà oggetto di considerazione». Una mossa, alla viglia della protesta annunciata dallAnm, che contava almeno su un rinvio tattico della protesta. Soprattutto, per non confermare le tante accuse di volere uno sciopero politico contro il governo. Che così prendono più vigore.
Invece, allinvito al dialogo e alla promessa di concessioni dellesecutivo lassociazione «sindacale» dei magistrati risponde con una dimostrazione muscolare. «Prendiamo atto delle parole del ministro - dice il presidente dellAnm, Luca Palamara -, e della posizione del governo, ma la protesta dei magistrati rimane». Le trattative con il governo sulla manovra «sono in corso», conferma il numero uno dellassociazione delle toghe. Ma, come San Tommaso, Palamara vuole vedere per credere. Non lo ha soddisfatto ancora il colloquio con Tremonti.«Noi abbiamo evidenziato - spiega- tutti gli aspetti di iniquità di questa manovra. Ora dovremo comprendere quale sarà la quantificazione del danno».
Oggi, dunque, ci sarà lastensione dei magistrati dalle udienze, culmine di settimane di agitazione, con assemblee per sensibilizzare lopinione pubblica. E bisognerà vedere quanti dei 9 mila magistrati aderiranno alla protesta. Le toghe non proclamavano uno sciopero da quello contro lordinamento giudiziario dellallora Guardasigilli Castelli e sono sul piede di guerra anche per il ddl intercettazioni. «Noi - afferma Palamara - vogliamo contribuire come tutti alluscita dalla crisi, ma non possiamo che sottolineare ancora una volta liniquità di questa manovra che, soprattutto nei confronti dei giovani, che subiscono una riduzione di stipendio fino al 30 per cento, crea situazioni di disuguaglianza».
Un volantino pronto ad essere distribuito oggi negli uffici giudiziari dice che il provvedimento «incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali, i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato». Inoltre, paralizza il sistema giudiziario, «scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina lindipendenza e lautonomia della magistratura».
La richiesta dellAnm al governo è di «interventi strutturali» che consentirebbero di ridurre le spese nel settore giustizia e di recuperare risorse per lo Stato: come la soppressione dei piccoli tribunali e delle sezioni distaccate, che potrebbe far risparmiare, «a regime, decine di milioni di euro».
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