Tangenti a Como, rinviato a giudizio il neo-consigliere regionale

A processo Gianluca Rinaldin, appena eletto al Pirellone. È accusato di corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso al termine dell'inchiesta sulle mazzette nel settore del turismo

Da poco rieletto in consiglio regionale, appena rinviato a giudizio. La parabola politico-giudiziaria di Gianluca Rinaldin si consuma in pochi giorni. Il politico, infatti, entrato al Pirellone sopo le ultime elezioni, è stato rinviato a giudizio oggi dal gup Gloria Gambitta con le accuse di corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como. Nell'inchiesta sulle presunte tangenti che sarebbero state pagate sui progetti per lo sviluppo turistico del lago di Como, l'ex assessore provinciale al Turismo Giorgio Bin ha già patteggiato la pena di un anno e 9 mesi di reclusione. Rinaldin risponde anche di violazione della legge 195 del 2 maggio 1974 sui finanziamenti illeciti. Secondo la Procura, si sarebbe spartito con Bin una tangente di circa 50mila euro proveniente da un appalto per i lavori di riqualificazione del lido di Menaggio, per il quale la Regione aveva stanziato alla Provincia di Como fondi per 144mila euro nel 2005 e 188mila nel 2006, girati all'associazione Coordinamento Turistico Lago di Como. Il 20 per cento circa di queste somme sarebbe tornato nelle disponibilità di Bin, mentre Rinaldin avrebbe utilizzato la sua parte per comprare tessere di partito. È infatti imputato anche per il finanziamento illecito in relazione a circa 100mila euro ricevuti da diversi imprenditori del settore turistico e utilizzati per la propria campagna elettorale alle ultime regionali. Inoltre, risponde di una presunta truffa da 28mila euro per il rimborso di spese mai effettuate per cui avrebbe presentato documentazione falsa. Bin, invece, ha patteggiato per un versamento di altri 5mila euro e una carta di credito prepagata dagli stessi imprenditori, poi utilizzata per spese personali, e per la truffa da oltre un milione di euro ai danni della Regione, dello Stato e dell'Unione europea in relazione alle fatturazioni per la ristrutturazione del lido di Menaggio che prevedeva la conversione della struttura in in Museo Leonardesco affiancato da un ristorante, due piscine e il lido di balneazione sul lago con una spiaggia di circa 5mila metri quadrati e un'area sportiva. Un progetto da tre milioni di euro, investiti per due terzi da privati e per un terzo di provenienza pubblica attraverso i fondi strutturali comunitari denominati «Obiettivo 2» che riguardano l'erogazione di contributi pubblici con percentuale ripartita tra Comunità europea, Stato e Regione per aree comunitarie considerate svantaggiate. Il 10 luglio del 2008 erano state accolte sei richieste di patteggiamento, tra cui quella proposta dai difensori di Bin, che nelle scorse settimane, intervistato dalla Provincia di Como, riferendosi a Rinaldin aveva detto: «L'ho accusato di aver preso tangenti, ma non è vero».

Sulla base di questa dichiarazione l'avvocato Luca Lauri, difensore del consigliere regionale, aveva chiesto al gup un incidente probatorio per sentire Bin. Il giudice per l'udienza preliminare Gloria Gambitta ha rigettato la richiesta e ha disposto il processo che prenderà il via il 6 luglio davanti ai giudici della quarta sezione penale.

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