Cè nellattuale governo, dominato e guidato dai commissari politici della sinistra dura e impura, una precisa volontà distruttiva, lansia palese di sconvolgere la nostra società rimodellandola secondo dettami ideologici ripescati dal passato. Una voglia di rivincita rabbiosa contro la maggioranza degli italiani che aspirano a un minimo di benessere e di tranquillità, allorgoglioso senso di appartenenza a un Paese civile. Nella stesura della Finanziaria, lunica stella polare è la tassazione, che fa piangere anche i bisognosi; nella politica della sicurezza gli obiettivi sono lo sbracamento e la resa. Il decreto del ministro Turco che raddoppia la quantità di cannabis va in questa direzione: sotto lapparenza della benevolenza verso i giovani che si «fanno una canna» cè il frutto avvelenato di una dissennata licenza di farsi del male, cè un vistoso regalo ai trafficanti di hashish e marijuana. Secondo il ministro, il problema della droga sta come riferisce unagenzia di stampa nellillegalità diffusa attorno al traffico e al commercio e non nel consumo individuale.
È una bubbola ideologicamente concepita: è la somma crescente dei consumi individuali che rende sempre più invasivo il narcotraffico. Liberalizzando il consumo perché questo di fatto dispone il decreto si incentiva il mercato, si può fumare di più senza che nessuno possa fare pesare la minaccia di unazione penale: un bel risultato per gli spacciatori, il business cresce e le forze dellordine debbono arretrare. E le famiglie si grattino da sole le loro rogne, senza penosi pellegrinaggi nei commissariati e nelle stazioni dei carabinieri ad implorare pattuglie per fermare gli spacciatori della porta accanto. La sinistra radicale, naturalmente, esulta e da Rifondazione comunista cè anche un «avvertimento» alle forze di polizia: che i tutori della legge comprendano il messaggio del ministro e del governo e la smettano di fare gli zelanti. Libera canna in libero Stato.
Parlare di lotta alla droga a questo punto diventa ridicolo. Il giudizio negativo sul decreto Turco dato da don Mazzi, che non è mai stato uno sceriffo, è indicativo. È evidente che la mossa del governo getta fumo negli occhi dei giovani «antagonisti» e di tutti quelli che credono di fare la rivoluzione cominciando con le droghe «leggere». Ma chi le ha pesate? Chi è disposto a giurare sulla loro leggerezza, tanto insostenibile da causare innumerevoli tragedie? Per i ragazzi si prepara unItalia magra e rancorosa, con poco lavoro e tanta socialità micragnosa, ma si potranno consolare con un fil di fumo di canapa indiana. E pensare che questo governo aveva anche ipotizzato, nellansia di inventare gabelle, di tassare i grappini.
Tuttavia, la misura decisa dal ministro Turco non è soltanto un regalo alla subcultura «alternativa» degli antagonisti, viene da lontano e vuole arrivare lontano. Punta a realizzare una crescente deresponsabilizzazione dei cittadini più insicuri e fragili e infatti segue di poco alla proposta di eliminare il carcere per le condanne fino a due anni. Altro che sicurezza, altro che «tolleranza zero». Si persegue la costruzione di una società dove «è vietato vietare», almeno in una prima fase. I regimi delle sinistre estreme nascono anche così, in unorgia di licenze che minano le strutture sociali.
Siamo certi che, liberalizzando gli spinelli e praticando la clemenza continua, la sinistra al potere, nascondendosi dietro il Prodi «pazzariello», svuoterà le carceri. Ma linferno si trasferirà nelle strade e nelle famiglie.
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