Tassista ucciso per un cane: 16 all'assassino L'accusa aveva chiesto 30 anni di reclusione

Il gup ha condannato Morris Ciavarella per omicidio volontario aggravato da futili motivi. Respinta l'aggravante di crudeltà ipotizzata dal pm che avrebbe fatto salire la reclusione a 30 anni. L'uomo, picchiato per aver investito un cane, è morto dopo aver battuto la testa e non a causa del pestaggio

Tassista ucciso per un cane: 16 all'assassino 
L'accusa aveva chiesto 30 anni di reclusione

Milano - Sedici anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, ma non dalla crudeltà. E' questa la sentenza di condanna pronunciata dal gup Stefania Donadeo per Michael Morris Ciavarella, uno dei tre aggressori del tassista Luca Massari, che ha chiesto il giudizio abbreviato. Rinviati a giudizio i fratelli Stefania e Pietro Citterio, detto Piero. Per Ciavarella, il pm Tiziana Siciliano aveva chiesto 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi in virtù della violenza con cui ha colpito Massari.

Pestato per aver investito un cane Il tassista era stato pestato dai tre imputati lo scorso 10 ottobre, dopo aver investito e ucciso il cane della fidanzata di Pietro, in via Luca Ghini a Milano. Entrato in coma, l'uomo è morto a 45 anni l’11 novembre successivo. A ucciderlo, però, non sono stati i calci e pugni ricevuti - secondo i consulenti di accusa e difesa le botte avevano provocato lesioni mortali - ma perché durante l’aggressione, secondo i testimoni, era stato spinto da Ciavarella con una tale violenza, da cadere all’indietro a peso morto e rompersi la testa sul cordolo del marciapiede. Il rumore della caduta era stato sentito persino dai residenti al quinto piano dei palazzi della via.

Soddisfatti i familiari Esprime soddisfazione l’avvocato della famiglia Massari, Cristiana Totis: "Lo scopo della famiglia era ottenere una risposta dell’ordinamento e questa risposta c’è stata perchè è stato riconosciuto l’omicidio volontario e non è stato derubricato in preterintenzionale. Per questo non faremo appello". Presente alla lettura della sentenza anche il fratello di Luca Massari che non ha voluto rilasciare commenti. "Siamo contenti che siano state riconosciute le attenuanti generiche, per lo spirito con cui Ciavarella ha partecipato al processo e gli è stata invece tolta l’aggravante della crudeltà", è il commento di Andrea Locatelli, legale dell’imputato, che aggiunge: "Tuttavia la qualificazione corretta del reato resta a nostro avviso quella di omicidio preterintenzionale; faremo appello dopo aver letto le motivazioni.

In ogni caso quella di oggi è una condanna severa, è comunque dovuto il nostro rispetto a chi ha perso un familiare". Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di concedere i domiciliari a Ciavarella, come richiesto dalla difesa.

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