Tribali o figurativi, neri, policromatici o addirittura fluorescenti i tatuaggi sono sempre più diffusi. Essi però possono comportare dei pericoli per la nostra salute che non vanno sottovalutati. Tra le complicazioni più frequenti le reazioni allergiche, la formazione di antiestetiche cicatrici e il rischio infettivo.
In chi è particolarmente sconsigliato il tatuaggio? In chi abbia difetti di coagulazione o assuma farmaci anticoagulanti, in gravidanza, nei cardiopatici, in chi abbia insufficienza renale o sia predisposto allo sviluppo di allergie. È inoltre controindicato nella psoriasi e nel lichen, patologie cutanee in cui spesso la resa estetica del tatuaggio è scarsa per difficoltà di assorbimento del pigmento e dove la malattia tende a peggiorare in corrispondenza del disegno.
I tatuaggi temporanei sono pericolosi? Sono proprio i tatuaggi all'henné che più spesso danno reazioni allergiche con rossore, vescicole e croste che possono esitare in chiazze di pelle ipopigmentate, cioè più chiare della cute circostante, o addirittura in cicatrici. L'henné nero contiene infatti la parafenilendiamina, PPD, sostanza che può provocare allergia da contatto. La PPD è presente in numerosi prodotti, tra cui le tinte per i capelli, che i soggetti che hanno sviluppato allergia non potranno mai più usare. Tra i colori dei tatuaggi permanenti che più spesso danno allergia cè il rosso che può contenere solfuro di mercurio, ma anche il verde per il contenuto in cromo, il blu per il cobalto o il porpora per il manganese. Il giallo, per la presenza di cadmio, può dare dermatiti fotoindotte, cioè dermatiti scatenate solo in caso di esposizione alla luce solare.
Eppure il tatuaggio potrà in futuro diventare un utile strumento al servizio della salute.
*dermatologa
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