“Così sfido me stessa”. Tra risate e applausi, Barbara d’Urso torna a teatro

Il teatro, l'amore e la famiglia: Barbara d'Urso è una tassista bigama nell'adattamento al femminile della commedia Taxi a due piazze. L'abbiamo incontrata in camerino

“Così sfido me stessa”. Tra risate e applausi, Barbara d’Urso torna a teatro

Barbara d’Urso ci accoglie nel suo camerino alla fine dello spettacolo al teatro Nazionale. Ha appena concluso una replica di Taxi a due piazze, dal pubblico abbiamo avuto il polso degli spettatori: all’uscita ancora si commentava e si rideva per quanto visto sul palco. Battute veloci, esilaranti: applausi a scena aperta e pubblico in piedi. Il cast sa come intrattenere la platea e Barbara d’Urso, per quelli che non l’avevano ancora apprezzata in questa veste, è una straordinaria sorpresa. Sono passate le 23, è più energica che mai e prima di incontrarci si è fermata con un centinaio di persone che la acclamavano fuori dal camerino. Sarà a Milano fino al 26 febbraio, poi a marzo sarà in tour in tutta Italia durante i weekend: Bologna, Bari, Verona, Montecatini e, tra le altre, anche Bellinzona, in Svizzera. Instancabile, si divide tra la pièce e la tv. Sì, perché continua ad andare in diretta tutti i giorni con Pomeriggio5. Poi ci sono il metaverso, anzi, il MetadUrso, i podcast e tutto il resto che affolla le sue giornate. Ma nulla sembra scalfirla: ride e balla per i corridoi dopo il bagno di folla con il pubblico.

Non è stanca a fine giornata?
Io? No, mai, tanto che ho deciso di riempire il tempo libero col teatro. Ora sono qui che parlo con lei, sono piena di adrenalina e sto pensando a un sacco di cose che dovrò fare domani.

Il primo bilancio di questa esperienza?
Sono molto soddisfatta (quando lo dice il suo viso si distende in un sorriso sincero, ndr): tornare a teatro dopo 15 anni è stato davvero emozionante. Prima del debutto tremavo come una foglia ma quando sono salita sul palco e la gente in sala ha iniziato a ridere e applaudire mi sono rilassata. Sentire l’affetto diretto del pubblico è gratificante. Alla prima c’erano 1.500 persone, più di mille paganti oltre agli amici… È stato incredibile! E poi trovare decine e decine di persone fuori dal mio camerino ad aspettarmi dopo ogni spettacolo per un selfie o anche solo per un saluto… Sono davvero fortunata.

Quindi lei ancora si emoziona?
Certo! Ho avuto tantissime prime volte nella mia carriera ed è sempre la stessa storia: non dormo per giorni prima del debutto e studio in continuazione. E nonostante conduca quotidianamente Pomeriggio5 ho il copione sempre con me per ripassare la parte. Taxi a due piazze è una commedia degli equivoci con ritmi serrati e battute velocissime. Se sbaglio anche solo una parola gli altri attori non hanno l’appoggio per la loro battuta. E poi corro un sacco, da una parte all’altra del palco per tutta la durata dello spettacolo. È molto complicato e non lo dico io: lo ha ammesso anche Chiara Noschese!

Eppure dalla platea abbiamo percepito solo il divertimento vostro e del pubblico nella sala gremita. Com’è ricevere una standing ovation a fine spettacolo?
Alzare gli occhi e vedere tutte quelle persone in piedi che ridono e applaudono è pazzesco. A chi ancora deve venire dico: fidatevi di me!

Perché ha scelto proprio Taxi a due piazze?
È l’ennesima sfida. Sa che questa versione è stata scritta appositamente per me da Ray Cooney? Il 14 febbraio è stata in assoluto la prima mondiale della commedia ribaltata al femminile. In passato è stata portata nei teatri da grandissimi interpreti come Johnny Dorelli e nei primi anni 2000 un allestimento venne diretto dall’immenso Gigi Proietti, ma sempre con protagonisti maschili, con due mogli. Ora ci sono io a guidare il taxi, destreggiandomi tra due mariti.

Una rivincita femminista?
Non la definirei così ma nel 2023, finalmente, la protagonista sarà una tassista bigama. Una piccola rivoluzione in nome della parità dei sessi. Anche se la commedia sarà comunque ambientata negli anni Ottanta, quindi con dinamiche tipiche di quegli anni. Il messaggio che vorremmo passasse è che, finché non si fa del male al prossimo, ognuno può amare come e chi vuole. Come i nostri personaggi, sereni nella loro condizione.

Ha detto che sarà una tassista bigama. Cosa significa per lei che ha sempre dichiarato di non sopportare le bugie?
In scena sono l’opposto di quello che sono nella realtà. Ai miei due mariti in scena, Franco Oppini e Gianpaolo Gambi, sono costretta a mentire per mantenere il segreto, io che mi arrabbio anche solo se un uomo mi dice che ha i calzini azzurri e, per caso, scopro che li ha blu. Mi sto mettendo alla prova ma dire bugie è faticosissimo, bisogna ricordarsi cosa si è detto a chi, quando e perché… Non fa per me.

I maligni hanno detto che si ricicla nel teatro perché “cacciata” da Mediaset. Smentiamo definitivamente?
Ovviamente smentisco. (Sorride, ndr) Ho un contratto che mi lega a Mediaset, azienda che amo e per la quale lavoro in esclusiva da oltre 20 anni. Come ho detto, mi piace tenere la mente impegnata. Poche settimane fa ho anche tenuto una lezione di due ore all’università Iulm di Milano su salute e nutrizione davanti a 400 studenti. Vede, ci sono un sacco di persone che ogni mattina, non avendo nulla di interessante da fare, si svegliano pensando a cosa possono inventarsi per fare qualche click. E Barbara d’Urso, per fortuna, ne fa fare un sacco.

Si sente più amata o più odiata?
Senza dubbio amata. Non mi piace la parola odio, però è vero che sono divisiva. E mi piace sia così. Vuol dire che lascio qualcosa nelle persone, nel bene o nel male. Sono convinta sia meglio dell’indifferenza.

A proposito di “lasciare il segno”, ha fatto discutere la sua ammissione di aver vissuto in una “comune”. Lo rifarebbe?
Certo, non ho nulla da nascondere. L’ho raccontato nel mio podcast Amiche mie. Avevo 18 anni, ero appena andata via di casa senza una lira in tasca. Non ho mai accettato compromessi per lavorare. Mi è capitato anche di mangiare una scatoletta di tonno nella stanza di una pensioncina economica e di non avere i soldi per pagarla. Ma non ho chiesto l’aiuto di nessuno.

Sono spesso le donne a muoverle le critiche più dure, vuole replicare?
Ho scelto di non replicare praticamente mai. Io sono una donna per le donne ma non credo alla solidarietà femminile “obbligata”, quindi va bene così.

Però il suo podcast è incentrato sull’amicizia al femminile.
Amiche mie racconta l’amicizia con 5 donne straordinarie, alcune le conosco da cinquant’anni. In Taxi a due piazze l’unica persona che conosce il mio segreto è proprio la mia amica, interpretata dalla divertentissima Rosalia Porcaro. Vede, anche in scena l’amicizia si rivela fondamentale, come nella vita.

E l’amore? È stata fotografata con Flavio Briatore, c’è qualcosa tra voi?
Siamo amici. Ci siamo conosciuti e ho scoperto un uomo molto interessante, un padre attento e innamorato di suo figlio Nathan. Lo definirei una bella scoperta.

Di recente ha rivelato di essere diventata nonna, come si sente?
Al settimo cielo, lo auguro a tutti. La vedo poco perché non è a Milano, ma vivo per le foto e le videochiamate quotidiane.

Ultima domanda a bruciapelo.

Se dovesse fare una classifica, in questo momento, in che ordine metterebbe: lavoro, famiglia, amore?
Le rispondo senza pensarci: famiglia, lavoro e amore. I miei figli sono i miei pilastri, il lavoro è ciò per cui mi sono spesa per tutta la vita. L’amore può aspettare, sono ancora giovane, meglio gli amici!

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