"Appartengono a tutti gli italiani". Sylos Labini porta in scena D'Annunzio, Marinetti e Mazzini

Al Teatro Manzoni di Milano arrivano gli "Inimitabili della cultura italiana", lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Edoardo Sylos Labini che porterà in scena i tre personaggi rispettivamente il 4 novembre, 2 dicembre e 7 gennaio. Tre date non casuali

"Appartengono a tutti gli italiani". Sylos Labini porta in scena D'Annunzio, Marinetti e Mazzini
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Gabriele D'Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti e Giuseppe Mazzini: sono loro gli "Inimitabili della cultura italiana" che Edoardo Sylos Labini porterà al Teatro Manzoni di Milano a partire dal prossimo 4 novembre, per un viaggio dentro la vita di tre personaggi coraggiosi che hanno contribuito a costruire l'immaginario culturale del nostro Paese. Lo spettacolo scritto, diretto e interpretato dallo stesso fondatore di CulturaIdentità racconterà le loro vite straordinarie, i loro pensieri e le loro azioni e vede come co-autore anche Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera.

Accompagnati dalle musiche originali del maestro Sergio Collicchio, insieme a immagini di repertorio, i tre atti andranno in scena rispettivamente nella Giornata delle Forze Armate per D'Annunzio, poi il 2 dicembre per Marinetti (di cui in quella giornata ricorreranno gli ottant'anni esatti dalla morte) e infine il 7 gennaio 2025 Mazzini, nell'anno solare in cui si celebreranno i 120 anni dalla nascita dell'eroe del Risorgimento.

Scandita dall'allestimento a led curato dallo scenografo Alessandro Chiti e impreziosita inoltre dalle luminose di uno tra gli artisti italiani e lombardi più importanti della scena dell'arte contemporanea come Marco Lodola, questa trilogia pop si propone si riscoprire e fare conoscere ai più giovani - e non solo - tre grandi personaggi che hanno tracciato un solco basilare nella storia e nella cultura dell'Italia. Il progetto è l'adattamento teatrale dell'omonimo programma televisivo di Rai Cultura che è andato in onda nella scorsa stagione televisiva su Rai3.

Con gli "Inimitabili" verrà raccontato e approfondito il rapporto di D'Annunzio, Marinetti e Mazzini con la città di Milano: si parte infatti dai palazzi e dagli alberghi meneghini che sono stati protagonisti dei passionali carteggi d'amore tra il Vate e la divina Eleonora Duse, per poi passare alla casa dell'inventore del Futurismo tra via Senato e corso Venezia dove l'intellettuale milanese pensa e inventa il suo nuovo movimento, fino ad arrivare alle gloriose Cinque Giornate che aprirono la strada alla libertà e all'Unità d'Italia da parte del fondatore della Giovine Italia.

Alla presentazione dello spettacolo, avvenuta nella Sala Aldo Bassetti della Pinacoteca di Brera, Edoardo Sylos Labini annuncia che saranno presenti anche le nipoti di Marinetti e D'Annunzio. Durante la conferenza di questa mattina Francesca Barbi Marinetti ha affermato che questo spettacolo "tocca temi non semplici, senza una retorica pesante, che torna quasi sempre quando si ricordano quelle epoche" e ha ricordato che uno studioso di musica analizzò i brani di suo nonno e capì che i poeti futuristi "avevano un modo di parlare diverso dal nostro, quasi fastidioso per certi versi e difficile da riproporre in musica. Dobbiamo però non perderne la narrazione, per ricordarci che l'arte è motore pre-figuratore e capace di intuire le linee portanti del nuovo che avanza".

Nello spettacolo diviso in tre capitoli saranno raccontati aneddoti mai narrati, che avranno lo scopo di restituire verità alla storia: "Sfateremo il tabù che vuole d'Annunzio fascista e parleremo di Marinetti che si oppose al nazismo con una manifestazione contro Hitler nel 1938 al Teatro delle Arti", ha sottolineato Sylos Labini, secondo il quale questi personaggi "appartengono a tutti gli italiani" perché "hanno fatto azioni sociali ma non dettate da un colore politico". Mazzini, per esempio "parla di patria, rifacendosi all'amor patrio di Dante, facendola diventare di tutti".

Bisognerebbe quindi "studiare e approfondire davvero la storia, senza la consueta paura che parlando di un personaggio o di un altro si appoggi l'ideologia fascista o quella comunista. Certi valori appartengono all'Italia intera".

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