Sono cominciate le modifiche all'App Store da parte di Apple. A partire dal prossimo gennaio tutte le applicazioni che consentono la visualizzazione e la riproduzione di contenuti digitali come Spotify, Netflix, Kindle e via dicendo potranno inserire all'interno delle proprie app dei collegamenti ai propri siti Web.
Seppure apparentemente ciò possa apparire come un semplice dettaglio tecnico, in realtà rappresenta un importante cambio di passo. Dopo giorni di semplici annunci che facevano intuire la notizia, adesso è ufficiale. Si tratta di una scelta che cambierà notevolmente i rapporti economici tra l'azienda californiana e gli sviluppatori di applicazioni. Questo perché, fino a inizio settembre, tutti le relazioni tra chi scarica le app e chi le sviluppa sono state mediate da Apple. Concretamente significa che per tutti i rinnovi degli abbonamenti e le transazioni i clienti Apple hanno dovuto utilizzare il sistema di pagamento dell'Apple Store. E se per il cliente cambia poco, per gli sviluppatori la differenza è sostanziale. Quest'ultimi, infatti, sono costretti a riconoscere alla Mela più famosa del mondo una commissione che si aggira intorno al 15 o addirittura 30%. Qualora questo passaggio venga saltato (come fanno Netflix e Spotify), l'azienda americana ha la possibilità di privare della possibilità di comunicare con i propri clienti offerte alternative o informazioni su come acquistare online fuori dallo Store.
Come riporta il Corriere della Sera, la prima concessione è avvenuta mercoledì 27 agosto quando Apple ha accolto la richiesta dei creatori di poter utilizzare degli strumenti di comunicazione esterni all'app come la posta elettronica. Pochi giorni dopo l'apertura c'è stata anche per i link. "Sarà possibile inserire un singolo link al proprio sito web per aiutare l'utente a configurare e gestire il proprio account", si legge nel comunicato Apple. Ciò che ha fatto optare Apple, apparentemente, per questa mossa è il dare la possibilità agli sviluppatori di proteggere i propri utenti "quando si connettono con un link a un sito web esterno per effettuare gli acquisti".
Vieni quindi data la possibilità di inserire dei link nelle app che spieghino come pagare venendo sollevati dalla commissione.
L'annuncio è arrivato dopo l'approvazione di una legge sudcoreana che vieta l'imposizione del sistema di pagamento degli Store e soprattutto a un accordo firmato in Giappone successivamente a una indagine della Japan Fair Trade Commission.
Spotify, nonostante il notevole cambiamento, dice di non essere soddisfatta. Al contrario attraverso un tweet ha espresso tutte le sue perplessità.
Apple's recent "changes" do not address any of the core concerns Spotify and many others have with Apple. @horaciog explains why. #TimeToPlayFair pic.twitter.com/Q442k4JoYX
— Spotify News (@SpotifyNews) August 27, 2021
Chi però resta ancora più insoddisfatto sono gli sviluppatori dei giochi per i quali, a priori, è vietata la possibilità di utilizzare il link per informare i propri clienti di altri metodi di pagamento. Il primo a non nascondere il proprio dissenso è Tim Sweeney, amministratore delegato di Epic.
In Apple's carefully-worded statement on safety, it's hard to discern the rationale that this is safe while Fortnite accepting direct payments remains unsafe.
— Tim Sweeney (@TimSweeneyEpic) September 2, 2021
Even more so if Apple deems Roblox, a game from 2006-2021 that became "an experience" mid-trial, a reader app.
La scelta di Apple
però è molto chiara e oculata: i ricavi dell'Apple Store, stando a quanto mostrato durante il processo Epic Games, per l'80% arrivano dai giochi. Di fatto, perderebbe una fetta troppo grande del mercato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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