Partendo dal presupposto che il 90% degli incidenti stradali è causato da cattive abitudini al volante e che su quattro incidenti tre sono indotti dall’uso alla guida di apparecchi elettronici, cellulare in primis, non stupisce la direttiva numero 4414 del 26 giugno 2018 emanata dalla Procura di Pordenone, su ordine della Procura generale di Trieste. La direttiva sancisce che in caso di incidenti stradali la Polizia potrà controllare: smartphone, tablet e tutti i dispositivi elettronici presenti all'interno dei veicoli coinvolti, al fine di stabilire se questo è stato provocato o meno da un loro utilizzo.
Posto che per scrivere un semplice messaggio si impiegano all’incirca 10 secondi, procedendo ad una velocità di soli 35 km/h si percorrono 100 metri senza prestare attenzione agli altri automobilisti ed a tutti gli utenti della strada. Guidare al cellulare è pericoloso. Visto che le varie campagne, proposte anche dai canali istituzionali, per spegnere lo smartphone alla guida non sortiscono alcun effetto, il Friuli ha optato sull’inasprimento dei controlli nella speranza che questo migliori la sicurezza per le strade.
Come riportato sul sito dirittoegiustizia.it “l'autista coinvolto in un grave incidente stradale dovrà prontamente collaborare con gli organi di polizia esibendo cellulari, tablet e ogni altro dispositivo reperibile nell'abitacolo, per consentire nell'immediatezza di verificare eventuali interferenze con la condotta di guida. Per chi si rifiuta o nasconderà il telefonino, scatterà la perquisizione personale con il sequestro dell'apparato. Nel verbale si darà atto se sono presenti messaggi o chat aperte e coincidenti con il momento del sinistro”.
Al momento questa ordinanza vale solo per il Friuli Venezia Giulia ma
nell’attesa che venga estesa in tutta Italia si raccomanda sempre attenzione nel pieno rispetto del Codice della strada, perché come recita un vecchio adagio “meglio perdere un secondo nella vita che la vita in un secondo”.
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