Economia circolare, ovvero una responsabilità che coinvolge tutti: cittadini e imprese, perché si tratta di una scelta che non è solo etica o sociale ma anche di business, l’unica che a lungo termine può portare profitto arricchendo i valori dei prodotti vista la crescente sensibilità sviluppata dal consumatore finale.
In attesa di The Innovation Alliance, che dal 3 al 6 maggio prossimi porterà in contemporanea a Fiera Milano le manifestazioni Ipack-Ima, Print4All, GreenPlast, Intralogistica Italia, un Summit Internazionale ha fatto il punto su trend, politiche e benchmark in materia di sostenibilità ambientale e intelligenza artificiale.
Che si producano packaging innovativi, lampade prodotti alimentari o bevande, che si sia aziende dell’automotive o della logistica oggi sono tante le realtà industriali che in tutto il mondo hanno già scelto di abbracciare nuovi paradigmi, affidarsi a modelli produttivi diversi e di investire risorse nella formazione di competenze interne alle proprie aziende in modo che la produzione possa contribuire positivamente al futuro del pianeta e ridurre l’impatto sulle generazioni future.
Una concezione diversa del business che va favorita definendo standard comuni e un supporto legislativo europeo e nazionale che, unito a una maggiore cultura e consapevolezza, può rappresentare un vero acceleratore del cambiamento. Infatti dove si punta a individuare le responsabilità individuali si arriva a un riciclo di plastica pari al 97%, perché l’obiettivo è questo: trasformare i rifiuti e gli scarti di produzione da criticità a opportunità economica.
A raccontare gli scenari del cambiamento sono state figure istituzionali europee e Ceo di realtà industriali protagonisti del Circular Economy Summit- Intelligenza Artificiale e modelli di Economia Circolare: verso un ecosistema industriale rigenerativo.
Organizzato da Business International - divisione di Fiera Milano specializzata nell'ideazione e realizzazione di eventi e formazione - il Summit è stata l’occasione per lanciare il ritorno di The Innovation Alliance, l’appuntamento fieristico che – dal 3 al 6 maggio 2022 – vedrà svolgersi insieme in Fiera Milano le quattro manifestazioni accomunate da un unico obiettivo: presentare al mercato il meglio della meccanica strumentale in una logica di filiera, raccontare le soluzioni più innovative dedicate ai diversi settori produttivi industriali e avviare una riflessione condivisa sulle grandi sfide a cui il mondo industriale è chiamato a rispondere: dall' economia circolare all’industria 4.0.
VISIONE GLOBALE
Gli interventi hanno preso il via dalla riflessione sui nuovi modelli industriali derivanti dagli ecosistemi industriali rigenerativi a cura di Alice Bodreau, Strategic partners manager di Ellen MacArthur Foundation. Secondo l’esperta, l’economia circolare è fondamentale per contrastare il cambiamento climatico e raggiungere obiettivi legati ad altre sfide globali, offrendo anche nuove e migliori opportunità di crescita. Non solo: le aziende che adottano modelli di business circolari possano ridurre il proprio profilo di rischio. L' analisi di 222 aziende europee appartenenti a 14 settori diversi ha evidenziato che più alto è il livello di circolarità di un’impresa, minore è il rischio di insolvenza sul debito lungo un orizzonte temporale breve (1 anno) o medio-lungo (5 anni).
Rob Dellink, Senior economist della Oecd, ha tracciato un outlook da qui al 2060 focalizzandosi sui materiali e sottolineando come la direzione è quella del recupero: a breve il riciclo soppianterà la miniera. La circolarità non deve essere un obiettivo del singolo paese, ma un indirizzo comune a livello globale, per questo diventa fondamentale attivare iniziative di cooperazione internazionale che consentano lo scale-up dell’attività circolare oltre i confini nazionali, con una standardizzazione dei criteri di utilizzo delle risorse, l'allineamento sul framework produttivo e dell’impianto legislativo, lo sviluppo di regole comuni e di un network internazionale di cooperazione, la creazione di regole che incentivino il riciclo delle materie. Su 50 paesi analizzati oggi solo 13 incentivano l’attività di riciclo delle materie.
Un approccio nuovo che, come ha raccontato William Neale, dg Environment’s Directorate B-Circular Economy della Commissione Europea, si è concretizzato nel primo action plan nel 2015, che ha aumentato gli obiettivi di riciclaggio. Oggi si guarda alla seconda edizione del piano, che ha come focus la catena del valore, ma occorre che In Europa i prodotti sostenibili diventino la norma, non l’eccezione, regolando i requisiti minimi perché un prodotto sia immesso sui mercati EU.
Un altro elemento fondamentale, prospettato da Neale, il passaporto digitale dei prodotti, che consentirà di tracciarne tutti i dati favorendone il riciclo o la riparazione e consentendo di aumentarne la vita media. Esistono già le tecnologie per identificare e raccogliere questi dati ma va creato un link online per consultarli.
OPPORTUNITÀ
Servono poi incentivi economici per promuovere politiche condivise, spingere il riciclo e monitorare la gestione rifiuti. In questo senso vanno i fondi legati al Pnrr come ha raccontato Laura D’Aprile, head of Department of Ecological Transition and Green Investment del ministero della Transizione Ecologica del Governo Italiano.
Ci sono 2,5 miliardi sul tema economia circolare, supportati anche da due riforme strutturali: la Strategia nazionale su economia circolare e il Piano nazionale per gestione rifiuti. L’obiettivo principale dell' Italia, è colmare il gap fra le regioni del nord e quelle del sud, incentivando in particolare la corretta gestione dei rifiuti; 600 milioni di euro sono destinati a creare hub di smaltimento declinati per settori differenti: rifiuti elettronici, in carta e cartone, in plastica e tessili.
È fondamentale definire un target per attuare criteri e linee strategiche per singole regioni riducendo le differenze esistenti e incentivare la costruzione di impianti di riciclo per raggiungere gli obiettivi europei.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE ACCELERATORE DI SVILUPPO
Gianluigi Greco, full professor in Computer Science and Engineering dell’Università della Calabria, presidente di AIxIA- Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale e membro di EurAI, ha approfondito l’interazione tra economia circolare e intelligenza artificiale e il ruolo della IA come concreto acceleratore per realizzazare il nuovo modello economico. Tre le aree in cui l’AI può dare un contributo concreto. La prima è quella del Design automatizzato, che consente di progettare materiali con specifiche caratteristiche, aiutando per esempio a produrre leghe e materiali a bassa tossicità.
La seconda è quella della manutenzione predittiva, che permette di capire qual è il residuo di vita di un prodotto e aprire un eventuale secondo mercato. Infine, l’AI può assumere un ruolo chiave nel riciclo e riutilizzo del materiale: robotica o videosorveglianza applicata possono dare un contributo importante alla individuazione e separazione dei materiali, oggi purtroppo ancora in tanti casi fatta manualmente.
I CEO E LA VISIONE DEL FUTURO
La seconda parte del Summit ha messo a confronto in una tavola rotonda Ceo di realtà industriali internazionali rappresentative dei principali settori produttivi e della distribuzione che presenteranno le migliori soluzioni esistenti e le best practice a livello globale: Carlotta de Bevilacqua, Ceo & President, Artemide; Giulio Bonazzi, Ceo, Aquafil; Christophe Rabatel, Ceo, Carrefour; Simon Pietro Felice, Ceo & General Director, CAVIRO Group; Sara Scrittore, vice president and General Manager, Southern Europe Hub, Colgate-Palmolive; Nazzarena Franco, Ceo di DHL; Lamberto Vallarino Gancia, Ceo di Domori – Illy Group; Francesco Pintucci, Ceo di Isem Group; Pierroberto Folgiero, Ceo & Managing Directo, Maire Tecnimont; Radek Jelinek, Ceo & President, Mercedes-Benz; Valentina Pasqui, Owner & Managing director di Pasqui Coating Converting Printing Company; Giuseppe Di Martino Ceo Pasta Di Martino; Massimo Zonca, Board member di Poplast.
Gli interventi hanno fatto emergere l’importanza di tre pilastri, fondamentali per far crescere l’economia circolare. Puntare sulla legislazione per la gestione dei rifiuti che per scambi dei rifiuti tra Paesi e la loro gestione internazionale. Investire sulla formazione, interna ed esterna: dove c’è “cultura” c'è miglior gestione del riciclaggio. Fondamentale anche l’Ecodesign: la sostenibilità di un prodotto parte dal momento dell' ideazione, perché la progettazione terrà conto della vita dei prodotti, a una maggiore durata, alla possibilità di riutilizzo, all’impiego degli scarti di lavorazione.
In una visione circolare, infatti, i materiali di scarto del vino o della cioccolata diventano la base per la produzione di energia o di innovativi packaging, l’esubero di prodotti alimentari nella distribuzione entra in canali paralleli che rappresentano un concreto contributo al food waste.
Servono anche scelte di rottura: la collaborazione con i competitor per lavorare su standard comuni; la decisione di investire in nuove modalità produttive con il monitoraggio della sostenibilità della filiera, fornitori compresi.
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