Facebook vuole sapere cosa ci piace: la strategia per battere TikTok

La personalizzazione del feed è un’arma con cui Facebook vuole contrastare TikTok che riesce ad attrarre un numero maggiore di utenti e per più tempo

Facebook personalizza il feed per fronteggiare TikTok
Facebook personalizza il feed per fronteggiare TikTok

Sotto ai contenuti visibili su Facebook appaiono le diciture “Mostra di più” e “Mostra di meno”, un modo con cui la piattaforma di Mark Zuckerbeg vuole sapere se gli utenti sono soddisfatti dei loro feed. Non è un sondaggio, è un metodo per tarare al meglio gli algoritmi che scelgono quali post rendere visibili.

Un sistema di ranking temporaneo che premia i contenuti più graditi e penalizza quelli meno apprezzati e, fino a qui, non c’è davvero niente di nuovo.

Facebook sta per introdurre altri filtri per permettere a ognuno di personalizzare il proprio feed e tutto questo per cercare di contrastare TikTok, orami nemico numero uno dichiarato dei giganti del web.

Il feed di Facebook e TikTok

Oltre alla possibilità di promuovere contenuti cliccando sul pulsante “Mostra di più”, Facebook permette già di selezionare tramite il menù Impostazione e privacy quali utenti inserire tra i preferiti potendo seguire meglio ciò che pubblicano. In futuro sarà possibile personalizzare ancora di più il feed, filtrando i post per tipo o in base agli utenti, i gruppi o le pagine che li producono.

La personalizzazione diventa quindi il mantra utile a rendere l’esperienza d’uso più confacente ai desideri di ogni singolo utente ed è incentrata soprattutto sui video, ovvero i contenuti che hanno proiettato TikTok verso l’Olimpo delle piattaforme preferite dalle persone.

Facebook rincorre (e non è la sola)

Nato nel 2004 e forte di 1,98 miliardi di utenti attivi giornalmente, Facebook ha smesso di fare la lepre e ora si ispira a TikTok, nato nel 2016 e che di utenti ne conta circa 800 milioni. Lo spirito di TikTok, che predilige video brevi, ha il merito di tenere incollati gli utenti 90 minuti al giorno, più di ogni altra piattaforma. Soprattutto innova, si assume rischi in nome della responsabilità sociale e disegna scenari inimmaginabili soltanto un paio di anni fa.

Ma c'è dell'altro. YouTube ha deciso di pagare di più i creatori di contenuti per contrastare TikTok e, seppure in sordina, Google ha rilevato per 100 milioni di dollari Alter, startup che genera avatar digitali con i quali i creatori possono personalizzare ciò che producono. Il nemico giurato da cui prendere le distanze è ancora una volta TikTok, più capace nel sapere indirizzare i contenuti adatti al pubblico di riferimento e più abile nel liberare e dare senso alla creatività dei giovanissimi.

I numeri non mentono mai

Il 26 ottobre Meta ha reso noti i risultati trimestrali che parlano da soli: utile a 4,39 miliardi di dollari (il 52% in meno rispetto al terzo trimestre del 2021) e ricavi in calo del 4% a 27,71 miliardi. A questi dati vanno aggiunti gli aumenti degli utenti attivi su base giornaliera (+3%) e di quelli su base mensile (+2%) ma, nel complesso, il risultato è stato accolto male dagli investitori tant’è che, nelle contrattazioni after-hours, Meta ha perso il 12%.

Il segnale è chiaro: la base utenti è importante fino a un certo punto, perché tra le variabili che attirano gli inserzionisti e gli investitori c’è anche il tempo medio che gli utenti spendono sulle diverse piattaforme.

E per aumentare il tempo che ognuno di noi è disposto a passare su Facebook, Menlo Park permette una maggiore elasticità nel

formare il feed, la pagina principale della piattaforma. Questo è il vero segnale: il gigante diventa più piccolo col passare del tempo e sta chiedendo ai propri utenti di aiutarlo a ritrovare il vigore dei tempi che furono.

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