Il mercato è denso di tracker Gps, piccoli dispositivi che, installati a bordo di autoveicoli, ne permettono il monitoraggio e in alcuni casi anche la gestione in remoto. Segno dell’innovazione tecnologica ed è proprio in virtù di questo che si portano appresso i rischi che crescono insieme alla digitalizzazione.
Un vecchio adagio informatico vuole che l’unico computer sicuro sia quello spento, senza cavi e chiuso in una cassaforte. Una provocazione, certo, ma che nasconde una verità: ciò che si connette a internet è esposto a rischi. Ed è il caso del tacker Micodus MV720.
I pericoli intrinseci
Il 19 luglio la Cybersecurity Infrastructure Security Agency (Cisa, costola del Dipartimento americano per la sicurezza interna) ha pubblicato un report dopo avere trovato gravi lacune di sicurezza nel tracker MV720 prodotto dalla cinese Micodus. Ci concentriamo sul significato intrinseco di cosa voglia dire scegliere male un tracker Gps.
Tra chi ne fa uso figurano aziende private, si pensi ai corrieri che attraversano l’Italia ogni giorno, ma anche organizzazioni pubbliche. Chiunque, navigando sul web, può imbattersi in pubblicità che ne parlano, orientate soprattutto a chi ha una flotta di veicoli da gestire.
Non permettono soltanto di sapere dove si trova il veicolo, sono in grado di gestire una vera e propria interazione con esso, per esempio facendo partire un segnale d’allarme in caso di bisogno o disattivarne l’afflusso di carburante nel caso in cui venissero rubati. Soprattutto però, se non sicuri, permettono a terzi di seguire i veicoli che ne sono dotati, cosa ancora più sconveniente per chi trasporta valori.
Nel caso specificom, il tracker MV720, ha problemi di autenticazione che mettono in grado di inviare comandi via SMS, prendendo quindi di fatto controllo del mezzo spegnendone, possibilmente, anche l’antifurto. Per non complicare la questione tecnica, per un cybercriminale è molto semplice inviare comandi al tracker Gps come se ne fosse l’amministratore, avendo quindi acceso all’intero set di istruzioni che possono essergli somministrate.
Questa esposizione alle fragilità non vuole creare allarmismo né riguarda soltanto i tracker Gps. Il discoro riguarda pressoché qualsiasi dispositivo tecnologico reperibile sul mercato: ce ne sono di buona qualità ma anche scarsi. Il problema non è farne uso o meno quanto sapere quali scegliere. E il prezzo non è l’unica discriminante.
Come scegliere un tracker Gps
Hanno una comodità innegabile. Se si pensa alla questione logistica, per fare un esempio, è chiaro che riuscire a inviare il mezzo più vicino al cliente è persino questione strategica per un’azienda. Allo stesso modo diverse compagnie fanno sconti sulle polizze assicurative relative a quei veicoli dotati di tracker Gps.
Tuttavia, non va dimenticato che al di là dei minori costi assicurativi, sono fisicamente installati su dei veicoli che hanno un valore economico a volte elevato. Vale quindi la pena chiedere un parere a una delle tante agenzie per la sicurezza informatica in Italia. Un servizio che viene effettuato a pagamento ma è una spesa per la protezione di investimenti maggiori.
Ancora prima, però, è utile sapere che non è necessario ricorrere a quei dispositivi di tracciamento accessibili da internet i quali sono certamente più comodi da consultare, ma sono esposti al rischio potenziale di intrusioni.
Prediligere quelli che usano tecniche di accesso sicuro, con diversi livelli di autenticazione o che richiedano un accesso da un’origine certificata (un determinato computer o uno specifico indirizzo Ip) offre una maggiore garanzia.
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