L’Aeronautica Militare, insieme al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), al Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira), alla Sitael Spa (azienda italiana leader nel settore) e all’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, ha firmato una lettera di intenti che prevede l’utilizzo degli Eurofighter Typhoon come piattaforme di lancio per nanosatelliti. Il protocollo siglato permette non solo di diminuire tempi e costi per portare in orbita satelliti di piccole dimensioni, progettati per missioni di osservazioni e telecomunicazioni, ma consente all’Aeronautica di estendere i propri domini oltre l’atmosfera.
L’avvio della collaborazione, nell’intento di raggiungere una sempre maggiore sinergia tra forze armate, mondo accademico, ricerca e industria (in accordo con le linee dettate dalla Difesa), permette all’Italia di restare al passo con l’innovazione della tecnologia spaziale, implementando, al tempo stesso, la sicurezza nazionale. L’utilizzo di lanciatori aviotrasportati, portati in quota da velivoli militari (Eurofighter nella fattispecie), consente di contenere i costi, in quanto rendono superflue le piattaforme di lancio convenzionali. Un abbattimento dei costi permetterebbe, così, alle piccole realtà italiane di accedere alle basse orbite terrestri, a beneficio di tutta la penisola.
Il velivolo designato è l’Eurofighter Typhoon (F-2000A), caccia intercettore e da supremazia aerea di quarta generazione, considerato, a ragione, il più avanzato aereo da combattimento mai sviluppato in Europa.
Il velivolo, impiegato ventiquattro ore al giorno per la difesa dello spazio aereo nazionale, vista l’elevata duttilità e maneggevolezza che lo contraddistinguono, lo rendono idoneo per essere usato come piattaforma aerea per lanciare in orbita piccoli satelliti. L’Italia ha a disposizione complessivamente 86 apparecchi operativi schierati, normalmente, nelle basi di Grosseto, Gioa del Colle e Trapani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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