Nuovo digitale terrestre, cambia tutto: quando la tv non funzionerà più

Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per adattare il proprio televisore al nuovo digitale terrestre: slitta anche la seconda fase, quella dell'introduzione dello standard HEVC

Nuovo digitale terrestre, cambia tutto: quando la tv non funzionerà più

Slitta lo switch off del digitale terrestre a favore della nuova tecnologia Mpeg-4, che sostituirà l'attuale Mpeg-2: le televisioni nazionali lasceranno l'attuale standard a partire dal 15 ottobre 2021 e non dal 1° settembre, come previsto inizialmente.

Le nuove date

Questo, però, non sarà che il primo dei cambiamenti che si concluderà il 1° gennaio 2023 con l'avvio delle trasmissoni in Dvb-T2 HEVC, il digitale terrestre di ultima generazione: tutti noi avremo più tempo per organizzarci e sostituire gli apparecchi tv se non supporteranno i nuovi standard. È quanto stato deciso durante la riunione al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) che ha posticipato anche quest'ultima decisione prevista inizialmente per il 30 giugno 2022. La motivazione è presto detta: la pandemia Covid-19 ha rallentato un processo, in origine previsto come più snello e veloce.



"La diffusione degli apparecchi di ricezione televisiva ha avuto però un andamento su cui ha inciso non favorevolmente la situazione creata a seguito dell’epidemia del Covid19 ed inoltre è necessario considerare che le misure economiche aggiuntive per il ricambio dei televisori obsoleti introdotte dalla legge 30 dicembre 2020, n. 178 potranno avere effetto a decorrere dal mese di agosto 2021. Pertanto è opportuno effettuare una valutazione dell’andamento della diffusione degli apparecchi televisivi che tenga conto della nuova tempistica delle azioni a supporto delle vendite dei citati ricevitori televisivi".

Cosa cambia con i canali

Il governo pensa a un passaggio "soft" alla nuova tecnologia: è per questo che Rai, ad esempio, dal 15 ottobre 2021 comincerà a trasmettere in Mpeg-4 alcuni canali specialistici come Rai Storia e Rai Sport, mentre aspetterà ancora per quelli principali (Rai 1, Rai 2, Rai 3): in questo modo le famiglie avranno tempo, grazie anche al bonus sconto da 100 euro a disposizione di tutti da parte del Ministero, per acquistare un nuovo televisore o comprare un decoder che sostenga la nuova tecnologia. Come si legge su Repubblica, Mediaset e la7 non hanno chiarito la loro strategia ma molto probabilmente sarà simile a quella della Rai: alcune reti in Mpeg-4, le principali ancora in Mpeg-2.

Regioni e frequenze

La scadenza del 1° settembre del 2021 cade anche sotto un altro profilo: da quella data, le emittenti avrebbero dovuto liberare una parte delle loro frequenze in banda 700, ma anche questo processo di liberazione è stato rinviato.

La prima regione in Italia a fare da apripista sarà la Sardegna, dove tutte le emittenti dovranno liberare le frequenze tra novembre e dicembre del 2021, anche per bloccare le interferenze con Nazioni confinanti come la Francia. Da gennaio 2022 sarà la volta di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, provincia di Trento, provincia di Bolzano Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna (tranne la provincia di Piacenza); da marzo del 2022 toccherà a Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche; infine, entro giugno del 2022, chiuderanno il processo di abbandono delle frequenze anche Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania.

La rimodulazione del digitale terrestre non dovrà danneggiare le società delle telecomunicazioni, che conservano il diritto a impossessarsi della banda di frequenze 700, di cui hanno acquisito le licenze per la tecnologia 5G. La data del 1° luglio 2022 è dunque confermata: quel giorno, le frequenze in banda 700 passeranno certamente nella disponibilità delle società delle tlc.

Il test per le tv

Per capire se il nostro piccolo schermo è in grado di supportare il rinnovato digitale terrestre, non bisogna far altro che sintonizzarsi sui canali 100 e 200. Il primo è quello di test per le reti Rai, il secondo invece per quelle Mediaset. Come abbiamo già trattato, se compare la scritta "Test Hevc Main10", buone notizie: non ci sarà bisogno di cambiare apparecchio né di acquistare un decoder, nemmeno dopo che il passaggio a Dvb-T2 sarà completato nel corso del 2022. Qualora invece non dovesse comparire alcuna scritta, con tutta probabilità ci sarà bisogno di preventivare la spesa. Non c'è però motivo di scoraggiarsi, almeno non subito. L'esito negativo del test può essere conseguenza di una temporanea ricezione non corretta dei due canali: una nuova sintonizzazione potrebbe essere d'aiuto.

In caso di schermo nero senza messaggi l'unica speranza è che oltre al formato 10-bit della codifica Hevc venga adottato anche il supporto a quello 8-bit, estendendo così la compatibilità ai modelli meno recenti.

In linea di massima per tutti i televisori acquistati dal 2017 in poi non dovrebbero esserci problemi, fatta eccezione per alcuni apparecchi cosiddetti "di fascia bassa" o di piccolo formato. Per quelli più datati è possibile cercare tra le specifiche (solitamente indicate nel manuale) se sono riportati i marchi Dvb-T2 o Hevc.

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