Telecamere in strada: Zingaretti copia il flop

Dal Pdl critiche al presidente della Provincia che vorrebbe istallarne venti nelle vie dell’hinterland per combattere il fenomeno

Telecamere in strada: Zingaretti copia il flop

L’originalità in politica è sempre stata un’impresa difficile, riservata a poche menti «elette». Quando poi assume i toni di una ricerca affannosa, un dover fare a tutti i costi, può indurre a copiare iniziative già sperimentate, dimenticandone il risultato fallimentare. Questo modo di agire, a parere di molti esponenti del centrodestra, sembrerebbe caratterizzare l’azione di governo di Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, deciso a installare per adesso 20 telecamere lungo le strade dell’hinterland per combattere la prostituzione, ignorando che tale iniziativa, rivelatasi uno spreco di danaro pubblico e un flop formidabile, era già stata intrapresa a Roma da Walter Veltroni.
«Questa idea di Zingaretti mi sembra francamente una boutade», ha osservato il parlamentare Silvano Moffa (Pdl). «È peraltro costosa e risulta difficile immaginare che possa produrre risultati apprezzabili dal momento che la Provincia gestisce oltre 3 mila chilometri di strade, per cui non è affatto difficile sfuggire ai controlli. Meglio sarebbe stato un provvedimento che prevedesse divieti e sanzioni anche a carico dei clienti delle prostitute. Insomma un qualcosa di simile a quello fatto da Alemanno per Roma».
Per il consigliere provinciale Danilo Melina (Pdl) l’iniziativa di Zingaretti, «di cui non si è mai parlato in Commissione e nemmeno in Consiglio, è soltanto una rincorsa nei confronti del provvedimento antiprostituzione di Alemanno che i Comuni intorno a Roma possono benissimo ripetere». «Occorre anche che la popolazione prenda maggiore coscienza nei confronti del fenomeno prostituzione - dice - segnalando alle forze dell’ordine e ai Municipi competenti situazioni di degrado». L’esponente del Pdl a Palazzo Valentini non si lascia sfuggire poi la stoccata finale nei confronti di Zingaretti: «Mi preoccupa molto anche il pensiero che parte del nostro bilancio possa essere indirizzato a foraggiare eventuali cooperative, associazioni, magari nate ad hoc per il recupero delle prostitute».
Anche il consigliere capitolino Dino Gasperini (Pdl) chiede al collega di guardare a quanto è fatto da Alemanno in tema di lotta alla prostituzione. «Quello che propone per la provincia è un’iniziativa senza alcun successo - spiega - a Roma non hanno funzionato le telecamere, i numeri verdi e gli sportelli per porre fine a questo dramma che vivono i cittadini e chi si prostituisce. L’unica cosa che ha funzionato è quanto si chiedeva da anni: un’ordinanza che punisse prostitute e clienti».
Altro affondo proviene da Fabrizio Santori, presidente della Commissione Sicurezza del Campidoglio. «Zingaretti si deve mettere d’accordo con se stesso - sottolinea -. Il problema c’è o non c’è? Se esiste, i sindaci possono emanare un’ordinanza grazie al decreto ministeriale di Maroni del 5 agosto 2008, che dà loro maggiori poteri per contrastare fenomeni come la prostituzione».

«Le telecamere le abbiamo già viste a via Salaria - conclude Santori - e non hanno prodotto risultati. In piazza Pino Pascali, invece, non sono nemmeno entrate in funzione: un vero sperpero dell’amministrazione comunale precedente. L’ordinanza di Alemanno non ha un copyright».

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