Telecom, la Borsa scommette sul riassetto

I soci di Olimpia puntano a evitare la diluizione legata alla rottura con Hopa

Michele Boschi

da Milano

Dopo un 2005 deludente, con un calo del 17%, l’anno nuovo comincia nel migliore dei modi per Telecom Italia, che ha guadagnato in poche sedute già il 5,2%. Ma oltre agli acquisti a suscitare l’attenzione della Borsa sono i volumi (181 milioni di pezzi ieri) più che raddoppiati rispetto alle ultime settimane, segno che qualcosa ha ripreso a muoversi intorno alla società, in vista del 9 febbraio quando scadrà il primo termine degli accordi tra Olimpia, società che controlla Telecom e la Hopa di Gnutti. Le scommesse intorno al futuro della holding sono ufficialmente aperte. In molti pensano che ormai il rapporto tra la finanziaria bresciana e Tronchetti Provera sia arrivato alla fine, e che di conseguenza si possa aprire uno spiraglio per un nuovo partner. I nomi in pole position sono quelli di Romain Zaleski, e di Mediobanca; anche se nessuna indiscrezione è stata confermata e la prudenza è d'obbligo, considerando che gli scenari alternativi possono essere molteplici. Certamente il finanziere franco-polacco, che già viene accreditato di una quota vicina al 2%, non avrebbe problemi a subentrare al posto di Gnutti nel capitale di Olimpia, considerando la grande liquidità derivatagli dall'affare Edison. È però altrettanto vero, come sottolineano gli analisti, che il quadro internazionale delle Tlc si presenta ancora irto di ostacoli: in primis la forte concorrenza e l'elevata esposizione debitoria delle società. Per non parlare del processo di consolidamento che sta sì andando avanti, ma a prezzi decisamente elevati. Di conseguenza nonostante un moderato ottimismo gli spazi di sviluppo non sono stimati di particolare rilievo. Per questa ragione qualcuno dalle sale operative non esclude che dietro gli acquisti di questi giorni ci possano essere gli stessi vertici di Olimpia, ovvero Pirelli, magari aiutata da Edizioni Holding, che starebbero rastrellando titoli Telecom per accrescere la loro quota relativa ed evitare un'eccessiva diluizione nel caso di rottura con Hopa. In questo modo per Tronchetti sarebbe certamente più facile presentarsi al tavolo con i soci bresciani con un maggior potere contrattuale e spuntare, in caso di rinnovo, un accordo più favorevole. Soluzione che tutto sommato sembra essere economicamente conveniente da ambo le parti. Hopa non ha infatti, nessun interesse a svendere la partecipazione (si calcola una minusvalenza dal bilancio 2004 di circa 480 milioni), ma sarebbe al contrario intenzionata a chiedere una proroga delle trattative, visto il momento delicato che sta attraversando con l'esame di diverse cessioni. A questo proposito va segnalato il risveglio di Borsa anche di Vemer Siber, controllata sempre dalla finanziaria bresciana, prossima secondo indiscrezioni alla vendita.
Sul fronte Telecom invece, l'uscita di scena di Emilio Gnutti e il prossimo cambio della guardia al vertice della finanziaria, potrebbe portare ad una nuova negoziazione, che eviterebbe a Pirelli l'impegno finanziario del riscatto. La regia di queste operazioni è affidata alla banche, che di fatto tengono in pugno Hopa, con la richiesta di rientro dei debiti. In attesa di novità ufficiali le speculazioni sulla compagine futura dei soci di Olimpia hanno riacceso non solo il titolo, ma anche l'interesse delle case d'affari sulla controllata. Lehman Brothers ha infatti, rivisto il proprio giudizio su Telecom al rialzo portandolo da «sottopesare» in portafoglio a «sovrappesare» con un obiettivo di prezzo di 2,9 euro.

Il broker americano mette in evidenza i bassi rischi del business a medio termine e l'appeal dei generosi dividendi (4,5% per le ordinarie, 5,8% per le risparmio nel 2005) superiori a quelli delle altre rivali del settore.

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