Telemedicina: esperti mondiali al summit di Pittsburgh

Il 5 e 6 maggio il «Telehealth Symposium» sarà ospitato dal Center for Connected Medicine americano, per fare il punto sui progressi dell'assistenza sanitaria a distanza che si sta diffondendo in tutti i Paesi.

All'inizio, l'assistenza medica a distanza serviva per soccorrere lavoratori sulle piattaforme petrolifere o partecipanti a spedizioni artiche o spaziali.
Dai primi esperimenti di telemedicina si è arrivati ad un forte impulso con le tecniche di compressione dati più efficaci e con reti sempre più veloci, fino alla svolta negli anni '70 con la trasmissione di elettrocardiogrammi a distanza e in Italia negli anni '80 con l'istituzione del 118 per le urgenze e il «cardiotelefono».
Da allora, gli enti di ricerca, le università, le società scientifiche, il Consiglio Nazionale Ricerche (CNR) ed il Ministero della Sanità, lavorando a diversi progetti.
Leader mondiale nel campo della telemedicina è l'University of Pittsburgh Medical Center (UPMC), dove nel 1997 la videoconferenza veniva usata per fornire assistenza psichiatrica nei penitenziari.
Oggi il centro americano ha esteso l'uso della telemedicina a 16 diverse aree, dal trattamento dell'ictus alla cardiologia, dall'anatomia patologica alla dermatologia e all'oculistica.
La rete di telemedicina include 19 strutture operanti all'interno e all'esterno, tra cui ISMETT, il centro trapianti con sede a Palermo e l'ospedale UPMC Beacon in Irlanda. UPMC fornisce inoltre servizi di supporto amministrativo, informatico e di assistenza commerciale a ospedali, medici e altri operatori sanitari interessati alla telemedicina.
Il 5 e 6 maggio prossimi il Telehealth Symposium sarà ospitato proprio dal Center for Connected Medicine di Pittsburgh.
Un gruppo di esperti statunitensi, europei e canadesi si riunirà per discutere delle applicazioni della telemedicina a livello mondiale e del modo in cui le strategie stanno trasformando l'assistenza sanitaria.
Saranno anche affrontati i problemi legati agli aspetti legali e ai rimborsi a livello nazionale e internazionale, nonché gli aspetti logistici e tecnologici della «eHealth».
«Come abbiamo dimostrato a UPMC - spiega il direttore del corso Lawrence Wechsler - la telemedicina offre enormi potenzialità in quanto consente ai pazienti maggiore accesso alle cure, migliorandone i risultati ad un costo minore».
Wechsler, che è vicepresidente della divisione di telemedicina UPMC e direttore del dipartimento di neurologia presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Pittsburgh, aggiunge che il convegno aiuterà gli operatori sanitari di tutto il mondo a capire le potenzialità di questa tecnologia e a valutarne alcuni ostacoli che ne impediscono lo sviluppo.
«Gli sviluppi intrapresi da UPMC nel campo della telemedicina negli Stati Uniti e in Europa - affermato il professor Bruno Gridelli, direttore medico scientifico di UPMC International-acquisiranno sempre più rilevanza nel prossimo decennio».
La telemedicina sta per divenire parte integrante dell'assistenza sanitaria in tutto il mondo e UPMC sta sperimentando la creazione di un ambiente globalmente connesso e centrato sul paziente.
«Il nostro impegno - prosegue Gridelli- è condividere le migliori pratiche in questo campo e le iniziative di sviluppo previste dal recente "Memorandum of Understanding" transatlantico per la telemedicina.

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L'accordo è stato firmato lo scorso dicembre dal Ministero della Salute e Servizi Sociali statunitense (Department of Health and Human Services) e dalla Commissione Europea per promuovere l'uso più efficace delle tecnologie informatiche e di comunicazione nella sanità (eHealth).

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