Dalla televisione alla politica: in tv denunciava gli sprechi, nel Palazzo non bada a spese

Quando conduceva "Mi manda Rai Tre" lo chiamavano "angelo custode dei consumatori". Ora la sua giunta sperpera soldi pubblici

Dalla televisione alla politica: in tv denunciava gli sprechi, nel Palazzo non bada a spese

Roma - Tempo addietro, quando conduceva Mi manda Rai3 giunsero a chiamarlo «l’angelo custode dei consumatori». Oggi gli affibbiano del «Ponzio Marrazzo» per l’affabilità tutta veltroniana di dirottare nel nulla le richieste di quelli che gli si fanno sotto. Annuì sentitamente alle richieste di Frosinone di avere il terzo aeroporto del Lazio. Ma altrettanto fece con Latina e Viterbo. Predicò il «no» a Storace spiegando che l’esponente di An avrebbe ammassato sulla Regione decine di rigassificatori, ma poi si è trovato a dir di sì ad un impianto turbogas ad Aprilia (forse perché progettata da una società facente capo alla Cir di Carlo De Benedetti), che la cittadinanza, insorta e inviperita, ha per ora bloccato.
Più che un governatore, solido e decisionista, Pierino Marrazzo pare uno di quegli animaletti di peluche che, posti sul finestrino posteriore delle auto, continuano ad annuire, beati. È carattere, che volete? Tant’è che pochi hanno dimenticato il contradditorio in un albergo dei Parioli quando, presentando la sua candidatura alla guida della Regione, davanti alle domande assassine di Curzi, Giannino e Taradash, replicava serafico: «Hai ragione». Oppure: «Non hai torto». E perfino: «Forse mi sono spiegato male». Ad Europa, il giornale della Margherita che gli chiedeva se fosse cattolico, rispose sciorinando tutte le foglie dell’Ulivo: «Mi definirei un riformista cattolico di formazione socialista».
Anche i bravi ragazzi però, hanno le loro pene. Quella più ingombrante è il deficit della sanità regionale: preso possesso del palazzo nell’aprile 2005, si affrettò a far sapere, un pizzico alterato, che c’era «un buco di 425 milioni lasciato da Storace!». Ma il rattoppo riuscì male perché da quel momento le cifre presero a vorticare. 1 miliardo di euro, poi 2 e così via. Prodi minacciò il commissariamento un paio di mesi or sono parlando di 4 miliardi, ma oggi pare che si superi quota 9 e niente e nessuno sa prevedere cosa sarà a fine anno visto che ogni settimana si scopre un extra-deficit.
«Tutela dei diritti del cittadino e trasparenza» il suo slogan elettorale. Della prima si è visto poco. Della seconda si discute in questi giorni, al di là delle cenette riservate e costose. Perché Marrazzo un vizietto bruttino - che da bravo ragazzo mira a celare - ce l’ha: quello di gettare palate e palate di euro nel mondo per lui evidentemente intrigante dell’informazione. Prendete i 13 addetti alla comunicazione della Regione: giusto qualche giorno fa ha fatto approvare una delibera che aumenta di 243mila euro i loro compensi annuali: si va da un minimo di 8mila a un massimo di 40mila euro in più per i fortunati aedi della Regione. Peccato che il sito web su cui dovrebbero pur scrivere qualcosina risulti un tantino datato: l’ultima news ha la data del 14 settembre 2005. Vivo cordoglio per la morte di un carabiniere a Latina.
È altra l’informazione che ha nel cuore. E che nutre abbondantemente. A Urlo-Romasud, pubblicazione semiclandestina, ha destinato 12mila euro. Al Velino ne andrebbero 90mila, a Radio Roma nord, ben 144mila, mentre valeva 84mila la pubblicità destinata ai supplementi del Manifesto, e 420mila l’abbonamento annuo alla Adn-Kronos, dove per qualche tempo bazzicava anche il fratello Giampiero, precario al pari della moglie del nostro, Roberta Serdoz, ora contrattualizzata da La7. L’elenco potrebbe continuare ancora: pure Il Tempo e Libero hanno ricevuto pubblicità dalla Regione. Ma anche in un altro campo d’applicazione Marrazzo non si fa pregare: i sussidi alle sagre della bruschetta (15mila euro a Lariano) o alle feste del vino (Velletri, 50mila euro). Un’esponente del partito di Diliberto, lo scorso anno, protestò per le regalie a pioggia - in cui figuravano la nuova sede di Legambiente (450mila euro) o i 100mila euro concessi alla società «Pace e Mediterraneo» di Velletri, per un totale di ben 68,5 milioni di euro - ma venne zittita dai mugugni del centrosinistra. Tanto paga Pantalone, no? E così tra rigassificatori promessi e negati, tra discariche al limite e immobilismo preventivato, tante promesse non seguite da fatti, Marrazzo continua a muovere il capino, beato. Manco la minaccia dei Monte dei Paschi, che se non riavrà a fine mese 800 milioni forniti per alleviare il buco sanitario farà scattare la tagliola dell’11% di interesse (il che vuol dire 8 milioni di euro al mese in più) gli leva il sorriso.

Come Piero Badaloni (ma possibile che per far risaltare il Veltroni di turno, il centrosinistra proponga solo mezzi busti della sinistra Rai per la regione Lazio?) tira a campare. Sarebbe il caso di tornare a chiamare Rai3 e chieder loro non di mandarlo, ma di riprenderselo. Al più presto.

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