Teri, la Susan di «Casalinghe»: «Da piccola mio zio abusò di me»

La single irrequieta della serie Usa rivela: «L’ho fatto condannare solo 4 anni fa quando un’altra ragazzina si è uccisa per causa sua»

Teri, la Susan di «Casalinghe»: «Da piccola mio zio abusò di me»

Laura Rio

In fondo, nei suoi occhi qualcosa si intuiva. Anche se le sue nevrosi sono scritte sul copione di una fiction, non stupisce scoprire che non restano relegate all’immaginario. Che quel suo modo di interpretare sul set la strampalata vita di una donna, riflette un passato traumatico. Teri Hatcher, che nella serie americana Desperate Housewives, è Susan Mayer, la mamma single in perenne e infruttuosa ricerca di una stabilità affettiva, ha rivelato di essere stata vittima di abusi sessuali da bambina. E, come capita nella maggior parte dei casi di violenza, da parte di un parente, di uno zio. L’attrice, 41 anni, lo ha raccontato alla rivista americana Vanity Fair, rivelando una vicenda drammatica per sé e per altre ragazze. Lo aveva tenuto nascosto per 35 anni e solo nei giorni scorsi ha avuto il coraggio di parlare. Non solo, ha anche detto che pochi anni fa, grazie alla sua denuncia, lo zio, Richard Hayes Stone, cognato della madre di Teri, è stato arrestato.
Tutto è cominciato quando l’attrice aveva cinque anni ed è andato avanti per tre o quattro anni. Lei e i suoi parenti vivevano in California. «I miei genitori - ha raccontato - sembravano non accorgersi di nulla, poi mia madre ebbe sentore di quello che stava succedendo quando “diedi di matto” una volta, avrò avuto otto o nove anni, che lo zio e la zia erano stati invitati a cena». La madre la tirò fuori da quella situazione, però non le fece mai domande, non l’aiutò a liberarsi da quel durissimo peso. «Da allora - racconta ancora la Hatcher - non vidi mai più né Richard né sua moglie». A quell’uomo non bastò approfittare della nipotina, ma rivolse le sue «attenzioni» anche ad altre tre bambine. Tra cui una vicina di casa degli Hatcher.
Il modo in cui l’attrice ha deciso di affrontare a 40 anni quel capitolo della sua vita, sembra quasi scritto da uno sceneggiatore di Casalinghe disperate. Nel 2002 la non ancora famosa Susan del serial targato Abc, trova a casa dei genitori ritagli di giornali in uno scatolone. Un articolo riferisce del recente arresto dello zio per molestie sessuali sulla figlia di un vicino. La giovane vittima, Sarah Van Cleemput, si è uccisa lasciando un bigliettino: «Se pensi che una persona normale non può ammazzarsi, faresti bene a chiedere a Dick conto e ragione».
La morte della ragazzina la colpisce così profondamente che Teri, dopo aver dibattuto a lungo con se stessa, contatta la magistratura e scopre che l'azione legale contro Richard Stone si è impantanata per mancanza di prove. «Senza Teri il caso sarebbe stato archiviato», ha detto a Vanity Fair il procuratore della contea di Santa Clara, Chuck Gillingham: «Lei si è messa a nostra disposizione, pronta a parlare della cosa più terribile che può capitare a un bambino. È stata una persona meravigliosa».
Stone è stato condannato a 14 anni di prigione, con la pena ridotta per aver confessato altri tre casi di molestie sessuali. Il patteggiamento ha evitato il processo e il caso all'epoca non ha ricevuto pubblicità. L’attrice ha preferito tenere finora segreta la vicenda nel timore che potesse danneggiare la sua carriera, evitando anche di raccontarlo nel suo libro che sta per uscire, Burn Toast. Quando lo zio è stato condannato, si è sentita compresa, «perché quando succedono queste cose è più facile pensare di essere pazza e che quelle cose siano frutto della fantasia piuttosto che ammettere a se stessi che siano realmente avvenute, e quanto terribili siano state».
La Hatcher, nell’intervista a Vanity, ha raccontato i particolari più terribili.

«Non ho mai tentato di togliermi la vita, ma l’ho pensato spesso. La cosa più terribile era sentirsi nello stesso tempo speciale e pieni di vergogna. Quando mi toccava mi chiedeva “Ti piace?”. Io rispondevo “No”, e lui replicava “Un giorno capirai”».

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