Attentato ai mercatini di Strasburgo, 30 anni al principale imputato

La Corte d'Assise di Parigi ha condannato l'ivoriano Audrey Mondjehi a 30 anni di carcere per aver aiutato l'attentatore Chérif Chekatt

Attentato ai mercatini di Strasburgo, 30 anni al principale imputato
00:00 00:00

Sono trascorsi più di 5 anni da quando, nel 2018, avvenne la strage del mercatino di Natale di Strasburgo. Oggi, la Corte d'Assise di Parigi ha condannato a 30 anni di carcere Audrey Mondjehi, ivoriano e principale imputato per la strage, che vide tra le vittime anche l'italiano Antonio Megalizzi. Mondjehi è stato condannato per aver aiutato il jihadista Chérif Chekatt, ucciso dalla polizia dopo due giorni di caccia all'uomo in seguito all'attentato dell'11 dicembre, a procurarsi una delle armi usate. Le vittime di quell'attentato furono: il thailandese Anupong Suebsamarn, il francese Pascal Verdenne, l'afgano Kamal Naghchband, l'italiano Antonio Megalizzi e il polacco Barto Pedro Orent-Niedzielski. Gli ultimi due, giornalisti, si trovavano a Strasburgo per partecipare alle attività del progetto Europhonica dell'associazione RadUni.

Dai giudici di Parigi, Il 42enne è stato ritenuto colpevole di cospirazione per commettere un atto terroristico, a causa della sua "relazione molto stretta" con l'attentatore e perché "era a conoscenza della radicalizzazione violenta". Come pena accessoria, l'ivoriano è stato anche condannato a un divieto permanente di accesso al territorio francese. Davanti al giudice, Mondjehi Ha rilasciato dichiarazioni spontanee prima che il giudice si ritirasse l'ultima volta per deliberare: "Mondjehi Il mio pensiero e il mio dolore vanno a tutte le vittime. Per tutta la vita mi pentirò di quello che è successo. Non avrei mai pensato che lui (Chekatt) avrebbe fatto questo, non ho mai pensato che fosse radicalizzato".

Mondjehi è stato riconosciuto non colpevole del reato di "complicità" di assassinii e di tentati omicidi terroristici, perché, se "sapeva che il progetto criminale di Chèrif Chekatt era in fase di elaborazione, ne ignorava le modalità precise". Tanto basta per il giudice per scagionarlo dall'accusa. In aula, per essere giudicati, c'erano anche Christian H. e Frèdèric B., imputati per aver anche svolto un ruolo di intermediario, ma di minore importanza. Nei loro confronti, il giudice ha ritenuto sussista la colpevolezza per associazione, ma per reati di diritto comune.

Per questo motivo stati condannati rispettivamente a cinque anni di carcere, di cui sei mesi con sospensione della pena, e quattro anni, di cui uno con sospensione della pena. Ma in considerazione della custodia cautelare che hanno già effettuato in carcere, non dovranno più tornare in carcere.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica