Magdeburgo, l'attentatore si lamentava della condizione dei rifugiati sauditi

In Germania è esplosa la questione dei rifugiati: dopo Solingen il governo ha attuato la stretta e rimpatriato anche molti siriani e afghani. Ma Taleb Al-Abdulmohsen era concentrato solo sugli ex musulmani sauditi

Magdeburgo, l'attentatore si lamentava della condizione dei rifugiati sauditi
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Procedono le indagini in Germania per risalire al movente che ha spinto Taleb Al-Abdulmohsen ad attaccare il mercatino di Natale di Magdeburgo a bordo di un suv noleggiato. Ha causato 5 morti, tra i quali un bimbo di 9 anni, e oltre 200 feriti, di cui decine in modo molto grave. Sui social ha lasciato una sorta di rivendicazione pochi minuti prima dopo aver concluso l'attacco, in cui accusava la polizia e i giudici tedeschi e si lamentava della Germana per non garantire standard efficaci ai rifugiati sauditi nel Paese. Tesi che l'uomo sosteneva da anni, nonostante le quali aveva creato una Ong per portare in Europa, e in particolare nel Paese in cui lui stesso viveva, donne saudite che volevano lasciare l'Arabia. Lui stesso era un rifugiato politico, che aveva ottenuto il permesso di soggiorno permanente nel 2016, dopo essere arrivato in Germania nel 2006. Medico psichiatra, fino a ottobre ha lavorato presso l'ospedale di Bernburg, ma negli ultimi due mesi si trovava in ferie e in malattia.

Il procuratore di Magdeburgo, Horst Walter Nopens, in un intervento coi media ha spiegato che una delle strade che vengono attualmente seguite per cercare di capire le ragioni di una simile mattanza porta proprio alla rivendicazione social dell'uomo. Secondo chi indaga, infatti, Al Abdulmohsen sarebbe stato "scontento" del trattamento riservato ai rifugiati sauditi in Germania. Ovviamente, l'indagine è in corso, non ci sono certezze e questa è solo una delle ipotesi in campo ma "sembra che il crimine potrebbe avere una radice di malcontento" per il trattamento dei suoi connazionali in Germania. L'attentatore ha spesso parlato di questo tema sui social, adducendo a ipotetiche violenze e maltrattamenti mai accertati. Ha accusato la Germania anche di controllarlo ma quel che finora non era emerso è che nel 2013 l'uomo è stato condannato perché "disturbava la pace pubblica attraverso la minaccia del crimine". Eppure, tre mesi dopo mandò la domanda di asilo e dopo altri 4 mesi lo aveva ottenuto. Tempi record per quelli che sono gli standard tedeschi, nonostante la condanna che certificava la sua pericolosità sociale.

Il trattamento dei rifugiati in Germania è oggetto di discussione da tempo, soprattutto da quando il governo, a seguito dell'attentato di Solingen ad agosto, ha effettuato una stretta poderosa su controlli e verifiche di idoneità. I richiedenti asilo le cui domande sono state rifiutate hanno visto decurtare il proprio "pocket money" e sono innumerevoli i rimpatri che sono stati eseguiti dal governo tedesco in Paesi come Siria e Afghanistan, soprattutto per quei soggetti che si sono macchiati di reati in Germania. Ma il focus di Tarib era solo sui suoi "fratelli" e "sorelle" sauditi, un'ossessione quasi per il medico, quella di portare chi si dichiarava ex musulmano in Germania. Berlino aveva anche ricevuto quattro avvertimenti da parte del governo saudita tra il novembre 2023 e lo scorso settembre, in quanto l'uomo avrebbe potuto rappresentare un pericolo per i diplomatici sauditi in Germania. Per questa ragione era stata richiesta l'estradizione di Al-Abdulmohsen, rifiutata da Berlino, secondo la quale l'uomo era un perseguitato politico perché aveva lasciato l'islam.

Il caso di Al-Abdulmohsen è ora al centro delle polemiche: quanti altri come lui ci sono in Germania, che gridano vendetta per come, a loro dire, vengono trattati i rifugiati? Quanto possono incidere in tal senso le politiche restrittive del governo Scholz sui rifugiati? Negli anni precedenti decine di migliaia, se non centinaia, di immigrati sono stati fatti entrare in Germania come rifugiati: si tratta soprattutto di persone specializzate, come l'uomo di Magdeburgo, che la vecchia amministrazione Merkel ha portato in Europa per accrescere il patrimonio lavorativo locale.

Ma casi come questo stanno facendo emergere la criticità di un sistema che appariva fin da subito insostenibile e che ora si sta dimostrando anche pericoloso. Al-Abdulmohsen appare come un soggetto con tendenze complottistiche e, per ora, nessuna pista è esclusa.

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