Salvata in un'operazione segreta la yazida schiava di un terrorista di Hamas

Una donna yazida ridotta a schiava sessuale dall'Isis è stata tratta in salvo da un'operazione coordinata dall'Idf nella Striscia di Gaza. Era stata rapita quando aveva solo 11 anni.

Salvata in un'operazione segreta la yazida schiava di un terrorista di Hamas
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Un donna di 21 anni - tenuta in ostaggio per un decennio da un terrorista appartenente ad Hamas, e precedentemente affiliato all'Isis - è stata liberata ed è tornata dalla sua famiglia in Iraq durante un'operazione coordinata dalle Forze di Difesa Israeliane (Idf), dagli Stati Uniti e da altri attori internazionali non menzionati dal comunicato ufficiale diffuso da Tsahal.

La giovane - identificata come Fawzia Amin Sido, una donna yazida di origine irachena - era stata rapita all'età di 11 anni diventando oggetto del "traffico di esseri umani" condotto all'interno della rete terroristica dello sgominato Stato islamico dell'Iraq e della Siria, un tempo più noto come Isis. Il terrorista di Hamas che deteneva la ragazza in un appartamento a Gaza è rimasto presumibilmente ucciso in uno dei raid aerei condotti dagli israeliani che hanno colpito duramente il principale centro urbano della Striscia. Teatro di duri scontri da quasi un anno. Dopo esser fuggita, la ragazza si era nascosta per poi essere tratta in salvo da quella che è stata definita come una "missione segreta" coordinata dagli israeliani e da altre entità non meglio identificate che hanno attraversato il valico di Kerem Shalom. Possiamo supporre dopo una segnalazione da parte di informatori o figure informate sull'identità e il destino della ragazza, che poi è stata trasferita in Giordania e infine in Iraq, dove si trova ancora oggi la sua famiglia.

Per l'intelligence israeliana questa sarebbe "un'ulteriore prova del collegamento tra Hamas e Isis" e dei "crimini contro l'umanità commessi dall'organizzazione terroristica a Gaza". I movimenti armati palestinesi in passato sono stati appoggiati dallo stesso governo israeliano per "eliminare" la presenza degli affiliati al Califfato Nero e fermare la proliferazione jihadista all'interno della Striscia di Gaza. L'attacco terroristico lanciato ai Kibbutz di confine e al Rave Party lo scorso 7 ottobre ha tuttavia mostrato come Hamas e i gruppi terroristi jihadisti, nemici giurati di Israele, abbiano trovato una ragione per collaborare.

Il ministero degli Esteri iracheno ha annunciato di aver ricevuto la giovane "rilasciata grazie agli sforzi congiunti del Ministero degli Esteri e del Servizio nazionale di intelligence, in coordinamento con le ambasciate statunitensi a Baghdad e Amman e con le autorità giordane, dopo oltre quattro mesi di sforzi e monitoraggio". L'Esercito israeliano ha pubblicato alcune foto che mostrano una donna con il volto oscurato, per ragioni di privacy, con uno sfondo che sembrava essere proprio il valico Kerem Shalom. Come confermato in seguito dallo stesso Idf.

L'attivista yazida irachena Nadia Murad, premio Nobel per la pace 2018 e fondatrice di una Ong e vittima dello stesso crimine che oggi sostiene proprio le donne yazide "schiave sessuali dell'Isis in Siria e in Iraq" ha confermato la versione sostenuta dai militari che hanno pianificato l'operazione. "Questa ragazza yazida è stata rapita dall'IS nel 2014". Dopo la caduta del califfato in Iraq e Siria - che ricordiamo è avvenuta tra il 2017 e il 2019 grazie allo sforzo militare della Coalizione Internazionale di 23 Paesi, guidati dagli Stati Uniti e dal Regno Unito ma comprendenti Australia, Bahrain, Belgio, Canada, Danimarca, l'Egitto, Francia, Germania, Iraq, Italia, Giordania, Kuwait, Libano, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Qatar, Arabia Saudita, Spagna, Svezia, Turchia, Emirati Arabi Uniti - la giovane donna yazida era stata trasferita a Gaza.

Secondo l'attivista "Fawzia non è l'unica giovane detenuta dagli affiliati all'Isis" all'interno della Striscia di Gaza.

Negli ultimi dieci anni le autorità irachene e la comunità internazionale hanno compiuto molti sforzi per identificare le "schiave sessuali" o più in generale le donne yazide "tenute prigioniere a Gaza, in Siria e in altre parti della regione".

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