Titti e gli altri: il Ferragosto dei volontari

Alla mensa della Caritas aiutano ogni giorno 350 indigenti

Anna Frangione

«Un’esperienza indimenticabile, a contatto con chi a bisogno». Ha 17 anni, Titti, capelli raccolti e un grembiule bianco, indaffarata a ripulire i vassoi dei numerosi commensali del centro Caritas di Colle Oppio. È arrivata qui da Taranto insieme ad un gruppo di giovani volontari che sostituiscono per le ferie ferragostane i quindici veterani della mensa. «È bellissimo poter ascoltare e condividere - dice entusiasta - sarà un ferragosto diverso, speciale». Durante l’anno vengono serviti 350 pasti al giorno, due primi e due secondi a scelta, contorno e frutta. Nel periodo estivo e durante le feste molti ospiti abituali riescono a trovare un lavoro stagionale e l’affluenza si riduce di 50 unità. Ma il servizio continua 360 giorni all’anno e testimonia l’impegno e la ricchezza del mondo del volontariato, non solo religioso. La fila scorre davanti all’entrata della struttura moderna e confortevole, etnie, età, storie differenti. Gli ospiti mostrano un tesserino, si registrano. Gli avventori molesti vengono cortesemente allontanati, grazie all’aiuto degli ospiti «storici» che si improvvisano mediatori culturali. E grazie agli immigrati che conoscono molte lingue. «Qui ci sono tutti i colori insieme - racconta uno di loro - cristiani e musulmani, non ci sono problemi». Ci sono storie positive come quella di un ragazzo iraniano, 23 anni, scultore di marmo, in patria ostile alla legge islamica che si è rifugiato in Italia. Dopo due anni, ha avuto asilo politico. Ha iniziato a camminare da solo con fatica, ma ci è riuscito. Nel centro di via delle Sette Sale non ci sono solo immigrati, ma anche anziani pensionati, persone che non riescono ad arrivare a fine mese, gente di strada e gente di passaggio. «Siamo aperti tutti i giorni, vogliamo garantire così - ha detto monsignor Guerino Di Tora, direttore della Caritas Diocesana - i diritti degli indigenti e farli sentire accolti nella società di cui fanno parte». E l’accoglienza comincia prima di entrare in mensa. Nei centri d’ascolto (tre in tutto, uno per residenti, uno per italiani non residenti a via Marsala, l’altro per gli stranieri a via delle Zoccolette) viene compilata una lista utenti con il tempo di accesso al servizio mensa. E per dormire? «Ci sarebbe più bisogno di comunità-alloggio soprattutto per i gruppi familiari - commenta la responsabile del centro di Colle Oppio, Paola Sperati - invece per quanto riguarda le mense, siamo soddisfatti. Non si muore di fame». A pranzo alla mensa Caritas di Colle Oppio, a cena funziona quella di Via Marsala. Anche a ferragosto. Grazie alla buona volontà dei giovani volontari. Per loro il Comune ha stabilito l’accesso gratuito ai musei della Capitale.

«È un bel tipo di turismo - dice Raffaella Milano assessore alle Politiche sociali e alla Salute, durante la visita alla mensa - conosci la città e dai una mano a chi ne ha bisogno». Il premio più prezioso però lo hanno già conquistato.

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