Loredana Gelli
Villa DEste illuminata per riscoprire il fascino inossidabile della città delle acque. Collocata sulle pendici occidentali dei monti Tiburtini e posizionata lungo il fiume Aniene, Tivoli, lantica Tibur, si ripropone, come ogni anno, con una lunga carrellata di eventi culturali, spettacoli, concerti e mostre sotto le stelle. Per tutta lestate e fino a sabato 2 settembre, visite nei siti archeologici e mercatini delle curiosità e dellantiquariato ogni fine settimana.
Molti sono i miti e le leggende legate allorigine della cittadina laziale. La fonte più antica è riconducibile a Marco Porcio Catone, detto il Censore (234-146 a.C.) il quale riferisce che la città fu fondata dallarcade Catillo, comandante della flotta di Evandro, e a un tal Sestio, che sostiene che proprio in onore di un figlio di Catillo, Tiburno, nacque la città. Lontano da correnti mitiche è, il racconto di Dioniso di Alicarnasso (60 a.C.-8 d.C.) che inserì Tibur nellelenco delle città del Lazio di fondazione sicula, mentre Dioniso Siculo (I sec. a. C.), fa risalire la fondazione della città di Tibur ai Latini uniti da affinità linguistiche con i Siculi. Successivamente, Raffaele del Re nel 1908, partendo da alcuni studi fatti da storici greci, indica nel mese di aprile la probabile fondazione della città, proprio perché in questo periodo dellanno le popolazioni greche compivano il rito della primavera sacra «ver sacrum» In considerazione del fatto che la presunta fondazione si fa risalire al 1215 a.C., Tivoli sarebbe esistita già 462 anni prima della nascita di Roma. Anche il nome, però, come le sue origini non sono certe. Lipotesi più accreditata è quella che connette il toponimo con il termine «teba o teiba» ovvero «città costruita su un colle».
La ricchezza delle acque del territorio favorì, nelle diverse epoche, limpianto di grandi complessi architettonici. Ecco, quindi, sorgere le bellissime Villa Adriana, un susseguirsi di teatri, templi e ninfei che esprimono il genio romano della costruzione; la Villa Gregoriana costruita nellOttocento allinterno del baratro della valle del fiume Aniene sottostante lacropoli romana e la Cinquecentesca Villa DEste, tutte dinestimabile valore artistico e grande effetto scenografico. Questultima, capolavoro del giardino italiano e inserita nella lista Unesco del patrimonio mondiale, con limpressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi dacqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco. Decantata da scrittori e storici come «il giardino incantato del Rinascimento», conserva opere pregiate frutto del lavoro di artisti famosi come i pittori Federico Zuccari, Livio Agresti e Gerolamo Muziano e, successivamente, anche il Bernini, che tra il 1660 e il 1661, realizzò la caratteristica Fontana del Bicchierone. Bellezza e natura non mancano certo alla Valle dellAniene, con i suoi scenari mozzafiato e i baratri che costituiscono uno spettacolo grandioso, «orrido» come lo definivano poeti e artisti. Con il suo turbinio di acque e spume, se da una parte quel luogo ha da sempre deliziato i suoi visitatori, ha anche spesso messo a dura prova i suoi abitanti, con le piene e le frane rovinose.
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