Tiziano e la nascita del paesaggio moderno

Una mostra a Palazzo Reale di Milano fino al 20 maggio 2012

Tiziano e la nascita del paesaggio moderno

Il Cinquecento veneto è stato dominato in pittura da Tiziano, un artista che a partire dalla lezione di Bellini e di Giorgione ha avuto il merito di portare la natura e il paesaggio più in generale sullo stesso piano dei soggetti per la maggior parte "sacri" e a portare un elemento di modernità nella composizione di un quadro. Non è un caso che la parola "paesaggio" compare per la prima volta nel 1552 in una celebre lettera dello stesso Tiziano all'Imperatore Filippo II, dando così prova della consapevolezza di una novità piena e calorosa.

"Ciò che si verificò in queglia anni, fu una vera rivoluzione poetica: dalla enunciazione di "paese", talvolta espresso come "sfondo" non invasivo della raffigurazione, talvolta come racconto di spaccati di vita contadina in una natura ospitale, si passò a una diversa dichiaraione e quindi a una differente valenza. Il paesaggio si trasforma, perde attinenza con la realtà, si idealizza. diventa espressione, colore, poesia...Panorami inventati, fenomeni atmosferici impetuosi, vegetazioni spesso improbabili, tramonti fiammeggianti, notturni siderali, accompagnano le scene, finalmente, nel ruolo dell'attore e non della comparsa. Questa è l'invenzione, la moderna poetica del paesaggio. In sostanza stiamo parlando della nascita del paesaggio moderno nella pittura del Cinquecento. Natura e rapporto con il reale esistente", ha spiegato l'assessore alla Cultura, Stefano Boeri durante la presentazione della mostra "Tiziano e la nascita del paesaggio moderno" di Palazzo Reale che chiuderà il 20 maggio.

L'esposizione, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, accompagnata da un ricco catalogo edito da Giunti, promossa dal Comune di Milano in collaborazione con Civita e GA Giunti, è curata da Mauro Lucco e coordinata da Gilberto Algranti. Il progetto, nato ideato da Tekne International, raccoglie una cinquantina di opere tra pitture e disegni, alla scoperta della nascita del paesaggio moderno in quel magnifico monndo che è stata la pittura del Cinquecento. I capolavori provengono da alcuni dei maggiori Musei americani ed europei, nonchè dall'Accademia di Venezia e dagli Uffizi di Firenze.

Ad aprire la rassegna due opere di grandi grandi maestri come Giovanni Bellini e Giorgione con "La crocefissione nel paesaggio" e "La prova del fuoco" che hanno introdotto un celebre dipinto giovanile di Tiziano, "La sacra conversazione". Sempre seguendo il modificarsi della funzione del paesaggio si incontrano opere di Palma il Vecchio, Cima da Conegliano, Veronese, Bassano fino a rincontrare un altro Tiziano "Narciso", uno straodinario dipinto e poi ancora "Orfeo e Euridice", "La nasciata di Adone", "Tobiolo e l'angelo" e "L'adorazione dei pastori".

Tra la fine del 1400 e i primi anni del 1500 va ricordato che Jacopo Sannazzaro componeva e pubblicava la "Arcadia", un garnde capolavoro della letteratura italiana, la cui prima edizione del 1504 è esposta a Palazzo Reale, dove la natura con le sue mutazioni violente atmosfere, la pastorizia e i lavori agricoli, disegnano un mondo di apparente felice semplicità. Il sentimento della natura sembra prevalere a tratti sui soggetti con tramonti infuocati, tempeste e greggi di pecore al pascolo, trasformando il paesaggio con reali elementi.

Nei primi anni del 1500 Brueghel e altri artisti nordici approdano in laguna con le loro opere cariche di sentimento ma che fa leva su dettagli come gli alberi, uno specchio d'acqua o una roccia, proprio come appare dall'opera proveniente dall'Ambrosiana di Milano, di Brueghel.

La realazione tra città e campagna, tra rurale e rustico che si associa alle disparità sociali come abbondanza e miseria, la si trova nel cantore di elementi umili come Jacopo Bassano.

La natura come fantasia la troviamo invece nell'opera di Domenico Campagnola dove il paesaggio è privo di natura umana, in Paolo Veronese dove il paesaggio si fa "manieristico"fatto di pochi elementi asserviti alla figura, mentre Lambert Sustris sembra volere sottolineare un mondo cresciuto senza regole che non siano quelle della natura stessa e i giardini progettati dall'uomo. Si fa interprete di un ambiente "selvaticamente germinante" l'ultimo Tiziano dove la natura sembra essere uscita dall'orizzonte artistico, soppiantata dal forte utilizzo delle luci. Così il ciclo inaugurato da Giovanni Bellini e da Giorgione si può dire che è stato pienamente sviluppato da Tiziano lasciando ai posteri la magnifica eredità dell'invenzione del paesaggio.

Il restauro per opera del FAI della Villa dei Vescovi di Luviglaino di Torreglia (Padova), un edificio edificato nel 1535-42, rispecchia il nuovo spirito della natura che ben si sposa con l'architettura diventando una cosa sola con il paesaggio.

Tra le tante opere, vale la pena citare "Paride abbandonato sul monte Ida" di Sebastiano del Piombo, "Sacra famiglia

nel paesaggio" di Andrea Previati e "Musici e donna distesa nel paesaggio" due lavori di Giovanni Cariani, le tele di Jacopo Bassano, "pastorale" e "Santissima Trinità", ma anche deliziosi paesaggi di Domenico Campagnola.

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