Ancora un tonfo delle borse europee per i rinnovati timori per la crisi del debito europea e l’incertezza sulle risposte fornite dalle autorità alla crisi. A essere maggiormente penalizzati sono i titoli bancari e a indossare la maglia nera è Milano, piazza sulla quale il comparto ha un peso maggiore. L’indice Ftse Mib di Piazza Affari perde il 3,82% a 16.017,73 punti. Il Dax di Francoforte cede il 2,91% a 6.161,64 punti, con Deutsche Bank e Commerzbank sotto rispettivamente dell’8,57% e del 7,91%, i peggiori ribassi del listino. Finanziari in difficoltà anche a Parigi: SocGen (-9,21%), Bnp Paribas (-8,67%) e Credit Agricole (-8,51%) trascinano il Cac 40 giù del 2,83% a 3.253,90 punti. L’Ftse 100 di Londra scivola del 2,36% a 5.567,59 punti. L’Ibex di Madrid arretra del 2,59% a 8.985,4 punti.
Apertura in negativo a Wall Street, dopo che il Giappone è intervenuto per indebolire la propria valuta. Il Dow Jones cede l’1,04% a 12.103 punti, il Nasdaq segna -1,18% a 2.704. Il dollaro è salito in maniera significativa dopo l’intervento della Boj. Gli investitori sono anche preoccupati per l’Italia, la terza economia dell’area euro, alle prese con il problema del debito.
In forte calo anche Milano, che chiude con l’indice Ftse Mib ha a - 3,82% a 16.107 punti, mentre l’All Share cede il 3,53%. A picco banche e Fiat. Per Piazza Affari una seduta difficile e nervosa. Il sollievo per il raggiunto accordo in ambito europeo sul salvataggio della Grecia, la scorsa settimana, è durato poco. Il caso Spagna e il caso Italia si sono riproposti con forza all’attenzione, con i mercati che chiedono rendimenti sempre più elevati per i titoli di stato, tanto che lo spread tra btp-bund è salito, stabilizzandosi oltre i 400 punti. Nel mirino sempre le banche, che verosimilmente dovranno sopportare le conseguenze della patrimonializzazione chiesta in ambito europeo. Più bassi gli scambi oggi, a 1,9 miliardi di euro, a causa del ponte festivo.
Spread sempre più alto. Il differenziale di rendimento tra il Btp e il bund tedesco tocca i 407 punti base col rendimento sul decennale italiano che sul mercato secondario balza al 6,16%
"Uno spread così elevato non è sostenibile nè nel medio nè nel breve periodo", commenta il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giovanni Bazoli. Il banchiere, simpatizzante del centrosinistra, sostiene inoltre che l’allargamento degli spread fra Btp italiani e Bund tedeschi è dovuto al "gravissimo deterioramento" del merito di credito dell’Italia sui mercati dovuto "anche a causa della perdurante incertezza della situazione politica interna".
Ecco perché chiede a governo e Parlamento di varare "vere riforme per la riduzione drastica del debito italiano e il rilancio dell’economia".
Bazoli ha poi aggiunto che "per ripristinare un clima di fiducia" è necessario che "tutti accettino sacrifici e perdite di posizione" e che ci sia "disponibilità al cambiamento", perché se le riforme non saranno attuate "sarà compromesso il futuro di sviluppo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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