Pier Luigi Gardella
Lo scorso 30 novembre ricorrevano novantanni dalla morte di Alfredo DAndrade. Forse ci è sfuggito, ma non ci pare daver letto sui quotidiani cittadini un ricordo su questo personaggio del mondo dell'arte, vissuto tra la Liguria ed il Piemonte, a cavallo di due secoli. Vorremmo ricordarlo prendendo a pretesto un legame, recentemente scoperto, tra Bogliasco ed il Borgo medievale del Valentino, a Torino, complice lo stesso DAndrade.
Alfredo DAndrade era nato nel 1839 a Lisbona, e nonostante lattività mercantile del padre, manifestò presto un forte sentimento artistico, una passione per le arti figurative, che lo portò, durante un viaggio a Genova, ad iscriversi allAccademia Ligustica di Belle Arti. Qui trovò come insegnanti nientemeno che Tammar Luxoro e G.B. Resasco. Dopo uniniziale passione per la pittura, che lo porta anche a ripetuti viaggi in Italia, si orientò ben presto verso larchitettura e larcheologia, passando quindi all'insegnamento presso la stessa Accademia.
Si stabilì poi, nel 1875 a Sori, dove, sposato con Costanza Brocchi, visse nella villa De Franchi.
Iniziò lo studio di monumenti genovesi a partire dalla chiesa di SantAgostino e da Porta Soprana.
Nel 1891 gli fu assegnata la direzione dellUfficio Regionale per la conservazione dei monumenti per il Piemonte e la Liguria (oggi Soprintendenza), a conferma della fiducia che aveva ormai ottenuto ad ogni livello. Fu in questo periodo che portò a compimento importanti restauri nel castelli della Val dAosta, fra tutti il Castello di Fenis. A Genova e in Liguria sono molte le chiese ed i monumenti sui quali D'Andrade intervenne per grandi o piccole operazioni di restauro: dalla Cattedrale di San Lorenzo, alla Certosa di Rivarolo, dalla chiesa di San Paragorio a Noli al castello di Andora, per citarne alcuni. A dire il vero, in taluni casi il restauro giungeva a diventare solo unarbitraria ricostruzione del monumento stesso, secondo la moda allora diffusa, formatasi alla scuola dell'architetto francese Villet le Duc, e che oggi trova, giustamente, una generale e decisa opposizione tra gli addetti ai lavori, fautori soprattutto di un restauro «conservativo» anziché «ricostruttivo».
Dal 1909 resse la Soprintendenza ai Monumenti di Genova, incarico che gli verrà rinnovato sino alla sua morte, nel 1915.
In vista dellEsposizione Nazionale di Torino del 1884, DAndrade aveva ricevuto lincarico di progettare il Borgo Medievale del Valentino, che prontamente realizzò nelle forme che ancor oggi possiamo osservare. Ed è grazie allacuto spirito di osservazione di una studiosa genovese, Silvia Vallini, che possiamo ritrovare quel collegamento tra Torino e Bogliasco cui sopra si accennava.
Allinterno del borgo, infatti, DAndrade ricostruì ogni edificio, ogni particolare, solo dopo rigorosi studi storici, per riprodurlo esattamente secondo la realtà medievale. E così ricostruì lospizio per i pellegrini, sulla cui porta è riportata una scritta:
Ufficio di misericordia:/qui si alloggiano pelegrini e/ viandanti con proviggioni/di letto lume e fuoco.
La stessa scritta, fa notare Silvia Vallini, compare sulla lapide posta presso l'antico Ospizio per pellegrini di San Bartolomeo a Bogliasco, oggi conservata nellatrio dellasilo infantile Girotondo sempre a Bogliasco. Un caso? Possiamo tranquillamente dire di no. DAndrade abitava a Sori e senzaltro sarà transitato più di una volta davanti allOspizio di Bogliasco. Inoltre, abbiamo anche appurato che lui stesso cita lOspizio di Bogliasco nel Catalogo Ufficiale della Mostra di Torino dove scrive, a proposito dello «spedale», che a Bogliasco «ledifizio sorge primo di là del ponte cioè primo allentrare in paese».
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