«Con Torino realizzeremo solo veicoli commerciali»

Orbetello (Grosseto)Una delle prime conseguenze del piano Fiat per Chrysler sarà lo stop, dopo oltre quindici anni, alla collaborazione tra il Lingotto e il gruppo Psa Peugeot-Citroën nel settore delle grandi monovolume. La conferma arriva dal direttore generale di Citroën, Frédéric Banzet, in Italia per assistere al lancio della seconda generazione della piccola C3. Dalla fine del 2010, dunque, Fiat Ulysse e Lancia Phedra non usciranno più dalla fabbrica francese di Valenciennes dove nascono anche la Citroën C8 e la Peugeot 807. Perché?
«È una decisione presa da Fiat - risponde il manager - che rispettiamo e possiamo anche capire, visto che nello stesso segmento di mercato Marchionne potrà valorizzare un altro modello (la Chrysler Voyager, ndr). Pazienza. Sempre che i volumi lo permettano, andremo avanti da soli».
Questo vale anche per i veicoli commerciali leggeri?
«No, gli accordi con Fiat sui furgoni valgono fino al 2017. E non c’è motivo di metterli in discussione».
Un’altra collaborazione che non sembra più così stretta è quella con Michelin.
«È solo un problema di adattabilità di alcune misure delle ruote. Per noi, Michelin era e rimane un fornitore privilegiato».
Vede luci in fondo al tunnel della crisi in Europa?
«Qualche segnale positivo c’è, ma l’andamento del mercato nel 2010 dipenderà molto dal rinnovo degli incentivi nei vari Paesi. Un po’ meglio dovrebbero andare le vendite di furgoni, perché le aziende non potranno posticipare gli acquisti all’infinito».
È giusto mantenere gli incentivi?
«Non è pensabile una proroga all’infinito, ma neppure uno stop improvviso: provocherebbe un crollo del mercato. Ritengo più opportuna una riduzione graduale».
Come va Citroën e quali obiettivi si pone?
«Con un calo del 7,4%, per un totale di 985.200 unità, nei primi nove mesi dell’anno in Europa abbiamo fatto un po’ meglio del mercato. E avevamo la prima serie della C3 a fine carriera. Ricordo, peraltro, che abbiamo incrementato le nostre vendite del 45% negli ultimi dieci anni. Grazie ai nuovi modelli in arrivo, nel 2010 contiamo di migliorare ulteriormente, con l’ambizione di salire sul podio delle vendite in Europa entro il 2012».
Oggi la marca ha il 6,5% del mercato, giusto dietro Peugeot. Dunque, sarà una sfida in famiglia?
«Perché no. La competizione aiuta a migliorarsi».
In Italia, grazie al favore incontrato dalla prima C3, ve la giocate già sul filo dei decimali con i cugini del Leone. Contenti?
«Sì, ma ci sono ancora margini di crescita. Soprattutto nel mercato delle flotte aziendali, a cui dedicheremo particolare attenzione con l’apertura nei prossimi due anni di 70 business center dedicati in altrettante concessionarie».
Puntando sui volumi, non rischiate di sacrificare i profitti?
«In un mercato molto competitivo, l’aggressività sui prezzi è necessaria. Ma non sempre e non ovunque».
Sorpresi dal boom dell’alimentazione a gas in Italia?
«No.

L’incentivazione di queste vetture è un buon modo per ottenere la riduzione delle emissioni di CO2. Noi non stiamo a guardare: oltre a fare un grande salto qualitativo, la nuova C3 debutta subito anche la versione a Gpl».

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