Tornano "a casa" da tutto il mondo i grandi Caravaggio

Sarà una mostra di interessanti confronti, perché ancora c'è molto da puntualizzare

Tornano "a casa" da tutto il mondo i grandi Caravaggio
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A Palazzo Barberini di Roma arriva un vero Caravaggio-show. Caravaggio 2025, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, porterà dal 7 marzo al 6 luglio alle Gallerie Nazionali di Arte Antica del museo una ventina di opere del Merisi (opere autografe s'intende, alcune lontane dall'Italia da decenni) per una mostra che ha l'ambizione di continuare a indagare sul genio di Caravaggio e sulla rivoluzione che fece nella storia dell'arte «Dagli anni Ottanta non si vedevano in Italia così tanti dipinti di Caravaggio tutti insieme: la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, ad esempio, non era mai più tornata», commenta il direttore del museo, Salomon.

Oltre che una mostra di «Caravaggio in purezza» (niente caravaggisti, insomma) questo è in effetti anche un progetto di grandi ritorni a casa, grazie alla presenza di diversi pezzi che appartenevano alla collezione Barberini poi andata smembrata. Tra questi, lo splendido Ritratto di Maffeo Barberini recentemente presentato al pubblico (se n'erano perse le tracce ed è ora di una collezione privata, ma il «sogno» di Salomon è che possa rimanere, chissà, in una collezione pubblica). Sarà esposto insieme all'Ecce Homo (nella foto), in arrivo dal Prado di Madrid e che rientrerà in Italia per la prima volta dopo secoli, e ad altri capolavori dall'estero tra cui Marta e Maddalena (per il quale l'artista usò la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini: i dipinti saranno esposti per la prima volta uno accanto all'altro) dal Detroit Institute of Arts, il San Giovanni Battista del Nelson-Atkins Museum di Kansas City, il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, i Bari del Kimbell Art Museum di Fort Worth, la Cattura di Cristo dalla National Gallery of Ireland di Dublino, il Ragazzo che monda un frutto dal Royal Collection Trust insieme ai Caravaggio di Galleria Borghese, che ha collaborato al progetto (e quindi i celeberrimi Bacchino malato, David con la testa di Golia, San Giovanni Battista), alla Cena di Emmaus in arrivo dalla Pinacoteca di Brera di Milano mentre un accordo è in corso con gli Uffizi per un prestito importante ancora top secret.

Sarà una mostra di interessanti confronti, perché ancora c'è molto da puntualizzare: il Narciso di Palazzo Barberini, ad esempio, sarà presentato con un punto interrogativo accanto, poiché l'attribuzione è dibattuta.

Spetta all'intenso Martirio di Sant'Orsola, prestito concesso da Intesa Sanpaolo e ultimo dipinto del Merisi, realizzato poco prima di morire, il compito di chiudere quella che si presenta come la mostra imperdibile a Roma nell'anno del Giubileo.

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