Una "Tosca" con abiti chic sotto uno splendido cielo scintillante

Il regista Pizzi in perfetto equilibrio tra eleganza ed essenzialità. Esecuzione in salita ma infine riuscita

Una "Tosca" con abiti chic sotto uno splendido cielo scintillante
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Non perde il gusto delle sfide, il novantaquattrenne Pier Luigi Pizzi. Nel centenario pucciniano, uno dei massimi maestri della regia melodrammatica propone una Tosca che ha apparentemente poco per solleticare la platea di vacanzieri scamiciati e melomani incalliti del Festival Puccini di Torre del Lago: lontana cioè tanto dalle famigerate «riletture» che deturpano i capolavori operistici, quanto dalla tradizionale routine «spettacolare» che li ammazza di noia. Una Tosca perfettamente «made in Pizzi», diremmo: equilibratissima, cioè, fra la linearità essenziale e la squisita eleganza con cui questo grande regista rende teatrale il passato senza apparire sorpassato. Pochi elementi scenici: un altare, una tavola imbandita, alcune poltrone; le immagini proiettate, ora dell'interno di una cupola ora di un affresco allegorico; costumi dell'epoca del soggetto (1810) ma stilizzati secondo il proverbiale chic del regista. Tutto fra il bianco e il nero, appena screziato dal rosso dei chierichetti o dal rosa pesca del manteaux della protagonista. Lo spettacolo, peraltro, parte a fatica, causa imprecisioni nell'orchestra, che poi il direttore Daniele Callegari correggerà, e per difetto di charme nella Tosca di Erika Grimaldi, la cui vocalità risulta piuttosto dura (anche se offrirà un apprezzabile «Vissi d'arte»). Poi, però, la serata trova il suo giusto passo: serrato e avvincente nel secondo atto, anche per merito di Dalibor Jenis, Scarpa di buona nobiltà espressiva, e splendido nel terzo, con un magnifico cielo corrusco «in stile Cinemascope», contro cui si staglia l'Angelo dell'omonimo Castello, sotto la cui spada finirà, centrato dalle belle luci di Massimo Gasparon, il cadavere di Mario.

Cioè di Alejandro Roy: tenore un po' aspro nell'emissione ma dal bel timbro brunito, il migliore fra i protagonisti anche grazie ad una sentita «E lucean le stelle». Insomma: con la sua raffinata stilizzazione, così lontana dalle abitudini in Technicolor delle arene estive, la Tosca «in Bianco e Nero» di Pizzi centra il suo bersaglio.

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