Ancora una volta, le città del Nord Italia si rivelano più "green" rispetto ad altre del Centro-Sud: nelle prime dieci posizioni dei capoluoghi più verdi d'Italia, ben nove si trovano tutte entro l'Emilia-Romagna, una sola nel meridione (Cosenza, quarto posto).
Cosa dice il rapporto di Legambiente
Senza mantenere ancora la suspance, la città più verde è Trento che ha ottenuto quasi 85 punti su 100 che vengono dati alla città che più si avvicina al vero concetto di green; al secondo posto c'è Reggio Emilia con quasi 78 punti, al terzo Mantova con poco più di 75. È quanto si legge nel 28° rapporto di Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia basato su 18 parametri raggruppati in 5 macroaree (ambiente, aria, acqua, rifiuti, mobilità). La classifica si riferisce al 2020 e prende in esame la situazione ambientale delle 105 città capoluogo di provincia. Al quarto, come detto, c'è l'eccezione di Cosenza grazie anche ad altri indicatori tra i quali un basso numero di incidenti, la totalità della depurazione delle acque, isole pedonali oltre ad essere a buon punto sulla diffusione di solare termico e impianti fotovoltaici. Completano il podio: al quinto posto Pordenone, al sesto Bolzano, settima posizione Parma, ottavo Belluno, nono posto per Treviso e decimo per Ferrara che invece si trova al primo posto per raccolta differenziata con l'87,6% della quota dei rifiuti separati.
Il Sud resta indietro
Va male il Sud, purtroppo, dove verde ed ecosistema rimangono ancora questioni complicate: ultimo e penultimo posto addirittura per due città siciliane, Palermo e Catania mentre Alessandria è l'unica anomalia, al contrario, tra le virtuose città settentrionali occupando la 102esima posizione per la media dei paramentri di cui abbiamo parlato prima e sono consultabili al link di Ecosistema urbano. Tra le classifiche per voci specifiche, troviamo quelle sulle concentrazioni di Pm10, consumi idrici e dispersione della rete idrica, l'offerta del trasporto pubblico, piste ciclabili e vittime della strada per fare alcuni esempi.
Cosa è successo con la pandemia
Con il lockdown e i lunghi periodi di zone rosse, arancioni e gialle, come riporta IlSole24Ore c'è stato un fisiologico calo del trasporto pubblico con il 48% in meno di passeggeri anche se la qualità dell'aria non è poi migliorata così tanto. La situazione in Pianura padana rimane sempre critica a causa del trasporto delle merci, di agricoltura e allevamenti ma anche di riscaldamento a legna o pellet con camini e stufe.
Rispetto all'anno precedente, però, aumenta leggermente la raccolta differenziata (59,3% media nazionale, oltre un punto in più rispetto al 2019) e maggiori piste ciclabili: da 8,65 a 9,47 "metri equivalenti" ogni 100 abitanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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