Tre ex laziali terribili mandano in crisi la Roma

Giallorossi sconfitti dal Siena in dieci. La rivincita di Negro: «Spero che vada male anche la Lazio, dedico il gol a Lotito»

Fabrizio Aspri

da Roma

Ancora lui, Ciccio Colonnese, spara dritto al cuore della Roma. Basta riavvolgere il nastro dei ricordi per rammentare che fu proprio il difensore potentino, lo scorso torneo, a provocare l’espulsione di Totti ed alzare il sipario sulla squalifica del capitano, rimasto ai box per cinque giornate. Questa volta, però, il centrale del Siena ha voluto fare di più. E dopo aver indossato i panni del panchinaro, è divenuto l’artefice del trionfo toscano, spingendo in rete la palla del 3-2 e mettendo a nudo un’amara verità: il Siena è la bestia «bianconera» della Roma. Lo dice il punteggio, lo confermano i numeri. Tre vittorie su tre, dallo scorso anno, tra le mura dell’Olimpico. Questa volta, poi, c’è un motivo in più per far amareggiare Spalletti e truppa. Il titolo, al rompete le righe, è a tinte biancocelesti: Negro, Chiesa e Colonnese, tre ex laziali, condannano la Roma al secondo stop interno. Un dato allarmante, anche se il film del match, analizzato con attenzione, regala spunti ed emozioni diverse. Al di là di una punizione autografata da Chiesa, le prime battute propongono una Roma aggressiva e un Totti in grande spolvero, impreciso al 9’ su una punizione calciata sopra la traversa. Passa un minuto e Kharja, marocchino in cerca di gloria, sfiora il palo in diagonale dopo un angolo di Cassano, gettato nella mischia dopo l’infortunio e in attesa delle «evoluzioni contrattuali». Davanti, laddove manca un ariete e Totti fa gli straordinari, Taddei e il barese provano a dialogare, ma il Siena non demorde e nel miglior momento dei padroni di casa, trova il guizzo vincente. D’Aversa innesca Alberto che inventa un assist d’oro per la testa di Bogdani, anticipato da Panucci in angolo. Sugli sviluppi la palla, dopo un batti e ribatti, piomba sul piede di Negro che trova il gol sotto la Curva Sud. Quasi un rito liberatorio, cullato dal lontano derby del 2000, vinto dalla Roma grazie ad un suo autogol. «Questo sorriso non me lo tolgo più – afferma il difensore - mi sono preso una grossa rivincita. Dedico questo gol a Lotito, alla Curva Nord e a mia moglie. Anche nei confronti della Lazio, che non ha più creduto in me: spero che Lotito abbia cancellato il mio numero. Cosa gridavo? Eccomi, sono io, vi ricordate?». Chiaro, diretto. Ferita nell’orgoglio, la Roma tenta di salire in cattedra. Ma Cassano è lezioso al 21’ ed impreciso otto minuti più tardi. Altro giro, altra corsa. E Roma ridisegnata nel secondo tempo: fuori Kharja, dentro Nonda. Il gol del pareggio arriva in avvio ed è Taddei, ex laterale del Siena, a mettersi in evidenza. Invenzione di Totti, tiro al volo del brasiliano e palla alle spalle di Mirante. I piatti tornano in parità, ma la Roma sogna il sorpasso. Totti e Nonda gettano al vento un paio di occasioni e gli ospiti, che ringraziano, vanno in vantaggio al 9’ con Chiesa: 2-1, quinto gol stagionale per il bomber e 132 reti in A.
Il portiere scuola Juve, deve alzare le braccia al 41’: botta di Totti su punizione, respinta sui piedi di Panucci e rete del pareggio. Tutto tranquillo? Neanche a parlarne.

Totti, ancora lui, al 43’ si vede negare un rigore per un fallo di mano di Legrottaglie, mentre Alvarez riesce a fare di più: al 45’, in condominio con Dacourt, apre la strada al contropiede di Bogdani, concluso a porta vuota da Colonnese tra le amnesie della retroguardia giallorossa.

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