LE TRE MOSSE DEL CAVALIERE

Ieri, a Reggio Calabria, sono state dette tante cose. A noi ne interessano tre. Prima. Silvio Berlusconi ha detto che non ha paura di nessuno (e questo per la verità lo sapevamo già) e che non si tira indietro e si candida a premier alle prossime politiche. Lo ha detto in modo chiaro come altre volte non aveva fatto e, quindi, su questo punto sembra che ci siamo. Seconda. Gianfranco Fini ha detto che le primarie le farebbe per onor di firma, ma che non si metterebbe mai contro l’attuale premier. Anche su questo, dunque, sembra che ci siamo: An (salvo i prevedibili starnazzi dei prossimi giorni) ha deciso chi sarà il prossimo candidato premier del centrodestra. Bene anche questo, almeno le cose son più chiare. Terza. Berlusconi si è rivolto all’Udc dicendo che se si vogliono fare le primarie, si proceda ad organizzarle e si passi quindi all’operatività. Certamente, quindi, nessuno si tira indietro, e le candidature ormai sono chiare, e si può procedere, se l’Udc lo vuole, a farle.
Tra parentesi ci preme sottolineare un ineffabile Fassino che ha sostenuto come nel centrodestra le primarie siano per eliminare Berlusconi, mentre, nel centrosinistra, siano per rafforzare il leader, che evidentemente c’è già. Siamo in campagna elettorale, per cui va bene dire quasi tutto. E in questa categoria rientra quanto ha detto il segretario dei Ds.
Ma lasciamo perdere e torniamo al punto. Se veramente Berlusconi e Fini sono convinti di quello che hanno detto ieri, e non abbiamo motivo di dubitarne, allora bisogna sapere che non è tardi per ricominciare a parlare agli elettori. È peggio: i tempi sono già scaduti. Ormai non si può più vivere di rendita, perché la Casa delle libertà si sta mangiando il capitale.
Se questo è vero, occorre chiedersi se c’è una cosa, un’idea da dire al Paese e se si può farlo presto ed in modo unitario. L’idea è che con il centrodestra è stato, è e sarà difficile creare un’Italia migliore, un’Italia dove i protagonisti possano essere gli italiani. Per loro non c’è bisogno di creare nessun progetto di società in vitro, occorre dar loro la possibilità di esprimere e di realizzare i loro progetti: è vero per gli imprenditori, per le associazioni, per la società. Con il centrodestra tutto questo è difficile. Con il centrosinistra è impossibile. Questo semplicemente perché con il centrodestra ci sono da affrontare problemi che vengono dal contesto italiano (la sua storia e i problemi accumulati) e internazionale (il dopo 11 settembre). Nel caso del centrosinistra non c’è da andare a cercare nessun problema fuori, sono già al completo al loro interno. Per i problemi nel centrosinistra, ormai ci sono solo posti in piedi. Basta pensare, due per tutti, alla politica internazionale e al mercato del lavoro.
Chi ha un progetto, chi ha un’idea non deve aver paura a dichiarare la difficoltà di metterli in pratica.

Perché la forza con la quale porta avanti l’idea è sufficiente a far comprendere a tutti le difficoltà e a giustificare la lentezza della sua messa in pratica. L’importante è parlare, dire un’idea. I tempi dovrebbero ancora esserci.

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