Tremila tifosi chiedono alla Roma: «Vinci»

Fabrizio Aspri

«A voi la scelta: Inferno o Paradiso». Un messaggio dal sapore di ultima spiaggia, uno striscione che merita attenzione. Come per dire: la Roma può contare su di noi. Ma guai a fallire, a perdere il derby. Ad urlare tutta la propria passione sono stati tremila tifosi giallorossi, sbarcati ieri nel fortino di Totti e compagni con l’intento di spingere la «Magica» a cambiare rotta, a mettersi alle spalle un avvio di stagione andato in scena tra sbadigli, errori e autolesionismo. Un pomeriggio dedicato ad un grande Amore. Ore ed ore a gridare slogan e cori, a sventolare sciarpe e vessilli. Con la sola, unica speranza di contribuire ad un’attesa «resurrezione». Nessuna contestazione, sia ben chiaro. Ma un chiaro invito a duellare per pescare punti e rifare il trucco ad un’annata-no.
Dieci supporter, in rappresentanza dei vari gruppi organizzati, hanno poi ottenuto ciò che si erano prefissi: parlare con i loro beniamini, spronarli a dare di più e riversarsi, insieme ai tanti compagni, sulla tribuna per assistere all’ultimo allenamento prima della stracittadina. E la delegazione, deputata a rappresentare la curva nel faccia a faccia con Spalletti, Conti, Pradè e Totti, ha omaggiato i giocatori di undici rosari. Quasi uno sprone a pregare e meditare, in vista del «duello della svolta», come è stato definito dal tecnico di Certaldo. Sorrisi, dunque, e toni distesi. Ma anche grande chiarezza: in caso di sconfitta, la tifoseria ha già fatto sapere che sceglierà la linea dura, quella della contestazione. Magari dopo l’Inter, lasciando alla squadra un’altra chance.
Questa sera, dopo il riscaldamento sotto la Sud, la Spalletti’s band dovrà raschiare il barile e tirar fuori risorse e dignità. «Questo derby l’ho sempre visto da spettatore – spiega l’allenatore - sperando un giorno di poterlo vivere da protagonista. E ora che ho questa occasione, sento che può essere la gara della svolta. Un successo del genere si ricorda per sempre. La Lazio? Non la temo e non la invidio. Anche perché l’unica cosa che invidio agli altri, sono i capelli...». Ironizza Spalletti. Fuori, al di là dei vetri della sala stampa, cori e applausi scandiscono i ritmi di un pomeriggio da ricordare. Un po’ alla volta, a bordo di auto potenti, arrivano i protagonisti dell’amara partenza stagionale. Totti viene accolto da uno scrosciante applauso. Qualcuno lo esorta a scendere dalla vettura, gli consegna un megafono e gli chiede di regalare emozioni. Il capitano non si lascia pregare. «Se segno, vado sotto la Nord», urla ai presenti. Una promessa. Ma al tempo stesso un’importante rassicurazione: contro la Lazio sarà in campo. A dispetto di chi pensava che la splendida, febbrile attesa di diventare papà potesse fargli saltare la gara. «Francesco giocherà - conferma Spalletti - anche se può fare ciò che sente. Il momento, a livello umano, è importante. Ma non voglio pensare a un derby senza di lui».
La stracittadina dei sogni, degli sfottò, del riscatto. Come quello che cerca Montella, aeroplanino rimasto a secco di virate e gol. «Può essere l’uomo-partita. E al pari di Totti può caricarci come fa Di Canio con la Lazio. Cassano? Devo pensare alla gara con i cugini». Capitolo formazione. Cufré, dopo il gol di Tromsoe, torna protagonista in campionato.

Mediana affidata al tandem De Rossi-Perrotta, con Totti sul vertice alto e Montella al posto di Nonda. In porta Curci. Anche se Spalletti spende parole d’elogio per Doni. «Ha qualità, è un buon portiere». Della serie, occhio alle sorprese. Tutto è pronto: spazio alle emozioni.

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