Dura la vita dei puntatori equini, soprattutto quando s'incappa in una domenica bestiale, come quella appena trascorsa. La pioggia battente che per quattro giorni ha squassato il Paese, ha infatti cancellato ogni traccia dei favoriti, trascinando con sé quelle poche certezze che sono le basi delle scommesse, solo sulla carta, facili. A Roma erano tutti pronti a festeggiare il ritorno del figliol prodigo Lanfranco Dettori, il jockey che ha conquistato il mondo e fatto innamorare gli sceicchi del Dubai. Appena sceso dall'aereo a Fiumicino, Frankie sale in sella a Lui Rei, il netto favorito del Parioli. Doveva essere poco più di una formalità.
«Cavallo e cavaliere dotati di classe superiore, non possono perdere», pensa il popolo dei cavalli e quindi tutti alla buchetta a scommettere sul binomio, facendo crollare la quota ben sotto la pari. Quando i cavalli fanno il loro ingresso in retta d'arrivo, tutti a cercare con gli occhi la giubba a scacchi rosso-blu di Lanfranco che, immobile come una statua, sembra solo aspettare il momento buono per piazzare la zampata. Ed invece, appena il fantino muove le braccia, Lui Rei, non cambia marcia, anzi, sembra scivolare sul fango della pista. Dal mazzo, Libano e Marco Monteriso, che «radiopista» chiacchieravano fin dalla prima mattina, in virtù di test in allenamento favolosi, mettono nel sacco tutti gli avversari con una galoppata di testa e si avviano a vincere facilmente per la gioia di quelli che lo hanno puntato a 10 contro 1. Lui Rei a distacco siderale arriva quinto sul palo, senza lottare mai per un posto al sole.
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