Troppe figuracce internazionali e la Lega perde i pezzi

La regola che impone 12 giocatori italiani rende improponibile il confronto con le squadre straniere: rimediate 23 disfatte su 24 partite. E due società si dissociano

Il bello è che anche questa volta si farà finta di niente. Almeno dalle parti della Federugby che con la Lega continuerà a trattare come se nulla fosse accaduto. Il presidente della Fir, Giancarlo Dondi, si fa scudo con un articolo del regolamento che riconosce pieni poteri alla Lega purché rappresenti almeno l’80 per cento delle società. Dopo il Calvisano, fuori ormai da due anni, anche il Benetton ha detto no. La Lega perde i pezzi è già si scatena la caccia alla terza squadra che seguirà sull’Aventino quelle che sono state le finaliste degli ultimi 4 campionati. Il Calvisano pensa già al futuro. I contratti stretti con i suoi giocatori arrivano fino al 2008. È il tempo limite per dire basta a un campionato dal valore tecnico inesistente e all’obiettiva difficoltà di allestire squadre competitive per le competizioni internazionali. Questo anche grazie alla regola che impone ben 12 giocatori di formazione italiana a referto. «Di fatto ­ spiega il presidente del Treviso, Amerino Zatta - la Fir ci costringe a formare due squadre, una per il campionato e un’altra per le coppe europee. Una roba inaccettabile». Di qui la scelta di far giocare i giovani e andare incontro ad autentici massacri. Di qui poi la scelta di uscire da una Lega che non tutela più i club e che di fatto è diventata un alibi per far passare in più di un’occasione la linea federale. Se il Calvisano contesta anche la gestione che proprio l’ex presidente dei bresciani, Sandro Manzoni, ha affidato quest’anno a Roberto Ghiretti, Treviso punta l’indice sul ruolo tutt’altro che indipendente dell’organismo di rappresentanza delle società.
Intanto la radiografia del rugby italiano in Europa manda segnali preoccupanti. In 24 partite fin qui giocate, le squadre italiane hanno perso per ben 23 volte con punteggi da basket. L’Indipendent subito dopo il quarto turno di coppa, è tornato a criticare il contributo tecnico delle formazioni di casa nostra nelle competizioni internazionali.

Non si salva neanche la squadra azzurra in procinto di preparare il suo ottavo Sei Nazioni. Sull’agenda di Giancarlo Dondi, il 22 gennaio prossimo, c’è l’invito ad un’assemblea di quel che resta della Lega Rugby. Impossibile questa volta, fare finta di niente.

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