da Roma
Quel passaggio in avanti pesa come un macigno. Negli spogliatoi gli azzurri sono scuri in volto. La gioia per la storica doppia affermazione contro Scozia e Galles è già in archivio. Dispiace per come è andata contro l'Irlanda. Sul tabellone il 51 a 24 penalizza troppo quanto costruito da questo gruppo. La parola d'ordine è amicizia, quella che regna nello spogliatoio. «Per quello che abbiamo fatto vedere quest'anno, usciamo con il sorriso stampato in viso», spiega Marco Bortolami. La sua meta e quella di De Marigny condannano gli Irish a un altro anno di purgatorio. «Prima del Sei Nazioni - continua il capitano -, dicevamo che una vittoria sarebbe stata un successo. Le due vittorie ora danno una nuova dimensione a questa squadra. E se dopo le vittorie dicevamo che questa Nazionale aveva enormi margini di miglioramento, a maggior ragione lo diciamo oggi dopo questa netta sconfitta. Dobbiamo lavorare ancora duro. Non so se il passaggio in avanti commesso in occasione della terza meta firmata da D'Arcy abbia fatto la differenza, certo bisogna fare i complimenti a questa Irlanda. Credo che è a loro che dobbiamo guardare per crescere».
Mirco Bergamasco punta l'attenzione più sul piano tecnico: «Oggi avevamo i palloni ma non siamo stati in grado di conservarli. Troppi regali, soprattutto a largo raggio. In difesa poi potevamo placcare con maggiore efficacia. Credo che questa sia stata la differenza». Pierre Berbizier ricorda il passaggio in avanti non visto da Kaplan ma poi analizza la partita sul piano delle occasioni perse. «Noi in queste partite abbiamo una sola opportunità e dobbiamo coglierla. Avevamo la possibilità di passare in vantaggio con Pez e abbiamo subìto la meta di D'Arcy. Questa la svolta del match. Comunque faccio i complimenti all'Irlanda perché è una grande squadra e ha offerto un grande spettacolo al pubblico del Flaminio».
Chiude Troncon, sgombrando il campo da ogni recriminazione: «Non dobbiamo pensare agli assenti.
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